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La Juventus e pure la Nazionale. Si sta prendendo tutto Michele Di Gregorio, uno che del resto sa bene cosa significhi scalare gerarchie e categorie per raggiungere i propri obiettivi, se è vero che solo pochi anni fa viaggiava ancora tra Lega Pro e Serie B mentre adesso difende - con merito - la porta bianconera tra il massimo campionato italiano e la Champions League, con l'ulteriore concreta possibilità di guadagnarsi un posto fisso in azzurro. Una parabola magari sorprendente per qualcuno, ma non per chi il classe 1997 lo ha conosciuto ai tempi del Renate, da giovane promessa cresciuta in un'Inter che forse in lui non ha creduto abbastanza.

Come Marco Anghileri, difensore e tuttora capitano della squadra brianzola che milita nel girone A di Serie C, che con Di Gregorio ha giocato nella stagione 2017-18. "Bastava poco per capirlo: con uno così l'Inter poteva essere a posto per almeno dieci anni. Poi a Milano hanno fatto altre scelte, ma io non mi sbagliavo perché Michele è andato alla Juventus" ci ha raccontato in un'intervista esclusiva l'ex compagno dell'attuale numero 29 bianconero, che la scorsa stagione è stato premiato come miglior portiere della Serie A.
 

Marco Anghileri racconta Michele Di Gregorio


- Com'era Di Gregorio quando l'hai conosciuto?
Era giovanissimo ma già si capiva che era un giocatore di un altro livello, uno di quelli forti davvero. E poi era - ed è tuttora - un bravissimo ragazzo, umile e con tanta voglia di imparare, capace di stare bene in un gruppo.

- C'è qualcosa in particolare, a livello tecnico, che ti aveva colpito di lui?
Ricordo bene un episodio avvenuto durante un mini torneo alla fine di un allenamento pomeridiano: si giocava quattro contro quattro in un campo piccolo, e lui era in grado di tenere la porta inviolata anche per 3-4 minuti, con una capacità incredibile di uscire su chi attaccava e coprire subito lo specchio di porta. Era bravissimo anche nell'uno contro uno, e tutte queste qualità le sta mettendo bene in mostra ora che gioca in Serie A e in Champions League.

- A proposito… Cosa ne pensi dell'errore che gli è costato un'espulsione contro il Lipsia?
Prima di quell'episodio si era mosso benissimo, poi credo che in quel momento sia stato anche un po' sfortunato… Quel tocco di mano è stato fortuito e quasi impercettibile, infatti hanno dovuto rivalutare l'azione al Var. In ogni caso la Juve ha subìto pochissimi goal finora, il suo inizio di stagione è stato praticamente perfetto.

- Hai avuto occasione di sentirlo?
Non di recente, ma l'ho incrociato più volte per qualche amichevole quando era al Monza. Ci ho parlato, ricordo che temeva un po' di perdere il posto con l'arrivo di Cragno, che aveva fatto benissimo al Cagliari, quindi era ancora più determinato nel dimostrare il suo valore. Ci ha sempre creduto e ce l'ha fatta, giustamente i suoi sforzi sono stati premiati.

- Secondo te può temere la "concorrenza" di Perin?
Chiunque vada alla Juventus sa che bisogna fare i conti con più potenziali titolari nel proprio ruolo. Anche se Thiago Motta dovesse un po' alternare i due portieri, sicuramente Michele avrà il suo spazio.

- Ora è stato anche convocato in Nazionale…
Sono molto contento per lui, se lo merita. L'Italia ha un blocco di portieri molto forti, in cui Di Gregorio può inserirsi benissimo. Magari poco alla volta riuscirà a scalare le gerarchie anche lì… 



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