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La stagione 1998-99 della Juventus, l'abbiamo già visto nella puntata precedente su Esnaider, fu parecchio travagliata: l'infortunio di Del Piero, l'avvicendamento Lippi-Ancelotti, il 7° posto... Se il crociato di Alex fu sicuramente decisivo nelle sorti di quell'annata, già nel mercato estivo la Triade non aveva posto basi eccezionali. A "vivacizzare" il centrocampo dei Davids, Tacchinardi, Deschamps, Di Livio e Conte, era arrivato a Torino un 26enne francese di nome Jocelyn Blanchard.

IL PRIMA - Blanchard è cresciuto in zone di confine. Nato vicino Calais, muove i primi passi nel Dunkerque. Scenari pieni di storia, specialmente tra il 1940 e il '45. Ed esplode poi nel Metz, in Lorena (vi ricordate, a scuola, l'Alsazia e la Lorena che passavano continuamente da Francia a Germania? Ecco) con cui vince una Coupe de la Ligue e perde un campionato solo per differenza reti. La Juve lo porta invece al... centro del panorama calcistico italiano spendendo 7 miliardi di lire: l'intenzione è quella di comprarlo "per un tozzo di pane" (Avvocato e Roi Michel, pardonnez-moi!) e metterci il caviale sabaudo al fianco dei connazionali (e freschi campioni del Mondo) Deschamps e Zidane.

LE CARATTERISTICHE - Blanchard è un centrocampista apprezzato per la sua versatilità, capace di impostare, inserirsi e interdire. E sicuramente è così. Il problema è che non eccelle in nessuna delle tre fasi, e con la pesante maglia bianconera, in contesti come la Serie A e le coppe europee, finisce per risultare lento e anonimo.

IL DURANTE - A dire il vero il suo inizio è promettente. Ma solo nel precampionato: ottima prestazione ad agosto '98 in un'amichevole inglese contro il Newcastle. Sarà l'unica gioia (peraltro vana, dato che segnò il gol della bandiera) della sua avventura bianconera. Mister Lippi prova a inserirlo subito nelle rotazioni, ma ben presto capisce di non poterci fare molto affidamento. A febbraio '99 Ancelotti prova a rilanciarlo, ma desiste quasi subito.

IL BILANCIO - In totale le presenze in Serie A sono 12 (solo una per tutti i 90', ko interno con la Lazio, ed è in campo per l'ultimo quarto d'ora quando Del Piero si fa male nella maledetta trasferta di Udine), 3 in Champions League (altrettanti pareggi nel girone, e anche qui solo una gara intera) e tutte e 6 le partite di Coppa Italia, con maggior minutaggio, fino all'eliminazione ai quarti contro il Bologna di Mazzone. Rispetto ad Athirson, Elia ed Esnaider, Blanchard non può nemmeno vantare la soddisfazione di un trofeo da esibire nel palmarès juventino.

IL DOPO - Nell'estate '99, dopo una sola stagione, la Juventus vende Blanchard al Lens (e al suo posto prende un giocatore che sarà protagonista della prossima puntata...). L'ex Metz può così tornare nel suo amato nord-est della Francia, dove ritrova una certa continuità di prestazioni, tra secondo posto in Ligue 1 e semifinale di Coppa Uefa. Nel 2003 infine valica le Alpi: va a vincere un campionato e tre coppe nazionali con l'Austria Vienna, prima di chiudere la carriera all'Austria Karnten.

CHE FINE HA FATTO - Oltre che alle zone di confine, Blanchard è affezionato pure alle strutture ad anello e ai ricorsi storici: dopo aver smesso di giocare, ha fatto il direttore sportivo del Lens e oggi ricopre tale carica nel Dunkerque, nella terza serie francese. Curiosità: nel 1999 la Juventus lasciò partire un altro giocatore francese che aveva trovato qualche difficoltà in bianconero, il suo nome era Thierry Henry...

OMONIMIE - Nel difficile inizio della stagione 2015-2016 (di cui vi abbiamo parlato recentemente) la Juve incappò in un clamoroso 1-1 allo Stadium contro il Frosinone, raggiunta all'ultimo respiro dalla capocciata del difensore Leonardo Blanchard. Che, ironia della sorte, da ragazzo andava a tifare la Juve in curva. Nessun legame con Jocelyn (anche le nazionalità sono diverse: Leonardo è italiano, per la precisione toscano) ma evidentemente si tratta di un cognome indigesto per la Vecchia Signora.