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"È vero, i compagni mi chiamano Messi, ma solo come diminutivo del mio nome", ha raccontato più volte il Junior Messias, il jolly offensivo di quel Crotone che domani affronta la Juventus. Brasiliano grande protagonista della promozione del Crotone della passata stagione ha 29 anni ed è arrivato in Serie A dopo un viaggio lunghissimo. Come racconta Tuttosport, "la tappa della svolta l’ha vissuta a Torino, in una squadra amatoriale a cinque minuti dallo Stadium, prima di iniziare la scalata dai dilettanti ai professionisti: Casale, Chieri, Gozzano, Crotone".

Oscar Arturo Vargas, dirigente dello Sport Wuarique, la squadra del campionato Uisp della comunità peruviana nella periferia di Torino dove ha mosso i primi passi, racconta: "Un nostro amico brasiliano, Iata, mi disse che c’era un suo connazionale che era appena arrivato a Torino per trovare lavoro ed era bravissimo a calcio. Così mi fece parlare con lui e lo convincemmo. All’inizio giocava nella nostra squadra e lavorava un po’ per la mia ditta di autotrasporti e un po’ come fattorino. Condivideva un piccolo appartamento nel quartiere Barriera di Milano con un amico. Ragazzo umilissimo, Messias, e ovviamente fuori categoria per il campionato Uisp. Messi? No, per noi era “figura”, che in spagnolo sta per stellina, fuoriclasse. Era un fenomeno, ce lo invidiavano tutte le squadre. Con Messias abbiamo vinto prima il campionato Uisp di Torino, poi la fase regionale e purtroppo non siamo riusciti ad andare a quella Nazionale. Messias giocava in attacco, segnava in tutti i modi. Vinse il premio come migliore giocatore anche al “Balon Mundial”, il torneo per immigrati di Torino. Poi grazie all’ex tecnico del Toro Ezio Rossi, che nel 2015 allenava il Casale, ha iniziato la scalata: Eccellenza, Serie D, C, B e ora in A. E se penso che domani affronta la mia Juventus, mi viene da piangere". 
 
CONTATTI - "Sì. Gli ho scritto questo messaggio: “Sei meglio di Ronaldo, ricordatelo”. Io tifo Juve e il mio idolo è CR7, ma domani spero vinca il Crotone con il gol del nostro fratello. Messias è un esempio per tutta la nostra comunità peruviana e in generale per tutti gli immigrati. Come tanti di noi, è partito facendo il fattorino e giocando a calcio per divertirsi, in modo amatoriale, ma è la dimostrazione che se uno crede in se stesso e in quello che fa, può riuscire in tutto. A patto di essere determinati e aver voglia di fare sacrifici perché la fortuna non cade dal cielo. Vederlo contro la Juventus sarà fantastico, però il vero sogno sarebbe andare a fare il tifo per lui nella gara di ritorno, allo Stadium. La sua storia è iniziata a due passi dalla casa bianconera con la nostra squadra amatoriale. Speriamo che per quella data la situazione Covid sia migliore in modo che gli stadi possano tornare a ospitare più persone".