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L'amore con i tifosi è scattato immediatamente. La confidenza con il gol non si è persa nel viaggio da Madrid a Torino. Eppure, da quando Cristiano Ronaldo è arrivato alla Juventus, c'è un tasto dolente che, per quanto si possa minimizzare, fa storcere il naso. E anche parecchio. I calci di punizione sono stati croce e delizia della sua carriera, peccato che in bianconero si siano visti più croci che delizie. Anzi, meglio, più barriere che altro. Soprattutto, prendendo ad esame le statistiche di Espn, se si pensa al confronto con l'eterno rivale, quel Lionel Messi che ha segnato ben 10 gol dallo scorso settembre (2018): di contro, CR7 ha superato solo nove volte la barriera. Insomma, non c'è proprio partita. 

A domanda, visto che l'argomento è sempre più bollente, Maurizio Sarri ha risposto con diplomazia: "Quando tocca ad un destro, ci sono Pjanic e Ronaldo" ha detto il tecnico toscano due settimane fa, senza però svelare l'arcano. Su 29 calci piazzati tirati dal portoghese, solo nove hanno superato la barriera, lasciandone quindi venti a morire sui difensori avversari. Non certo un dato significativo, ma se ci si aggiunge che, i restanti 9, sono finiti due volte fuori e sette tra le braccia del portiere, viene facile intuire il conto dei gol: zero. Dieci in meno a Messi, che certo patisce la Nazionale, certo gioca solo in un determinato sistema, ma in quanto a palle ferme, ne ha più di CR7. Almeno qui.

Viene quindi facile intuire che ci sia qualcosa da sistemare. Miralem Pjanic scalpita ogni volta che l'arbitro fischia in prossimità dell'area di rigore, analogamente fa Dybala, ma ancora troppo spesso è Ronaldo a prendersi questa responsabilità. Per la legge dei grandi numeri, per un giocatore che ne ha segnati più di 40 in carriera, il digiuno non può continuare a lungo, ma un anno sembra più che sufficiente per porsi qualche dubbio. Ne vale la pena tentare ancora?