LA FORMAZIONE DELL'ATLÉTICO - La sfida contro il Siviglia rappresentava un’opportunità imperdibile per i Colchoneros, che con una vittoria avrebbero momentaneamente raggiunto il Barcellona in testa alla classifica della Liga. Per l’occasione, Simeone ha scombinato di nuovo le carte: spazio a Juanfran titolare sulla fascia destra (per la prima volta dallo scorso 6 novembre), con la conferma della coppia centrale Godín-Savic e Saúl Ñíguez a sinistra: senza l’infortunato Filipe Luís, il classe ’94 spagnolo sembra offrire maggiore garanzie al Cholo nel ruolo di esterno basso. A centrocampo spazio a Partey-Rodrigo-Koke-Lemar, con Kalinic relegato in panchina e Correa scelto per affiancare l’insostituibile Griezmann in attacco.
DOMINIO SIVIGLIA - A prendere in mano la partita, però, sono stati i rojiblancos di Machín. Il dominio del Siviglia va oltre il clamoroso palo colto da André Silva al 36’ e al successivo gol del vantaggio firmato da Ben Yedder: con il 55,4% del possesso palla e 419 passaggi completati (contro i 327 degli avversari), i padroni di casa hanno a tratti schiacciato l’Atlético. Poi, in mezzo alla sofferenza, ecco il lampo di Griezmann su punizione a sancire l’1-1 prima dell’intervallo. Beffa terribile per il popolo del Sánchez-Pizjuán e segnale alla Juve in vista del match del 20 febbraio al Wanda Metropolitano: questa squadra è fra le migliori in Europa nello sfruttare le poche, pochissime occasioni a sua disposizione, soprattutto su palla inattiva (e qui lo sguardo è puntato, oltre che sul mancino del Piccolo Diavolo, sulla testa di Godín). Anche nel secondo tempo l’Atlético è stato costretto spesso a difendere nella propria area, ma a parte un brivido causato da un errore in disimpegno di Juanfran, i pericoli si sono dimezzati per la porta dell’ottimo Oblak.
SI BATTONO COSÌ - Che Allegri e Simeone giochino "allo stesso modo" è un luogo comune che sfiora la banalizzazione. La verità è che la Juve vista fin qui in Champions League - anche nelle sfide perse in casa contro lo United e in trasferta contro lo Young Boys - non ha avvicinato minimamente l’idea di calcio speculativo del Cholo. L’Atlético accetta a più riprese di rintanarsi negli ultimi 20 metri, per poi sfoderare i suddetti colpi da fermo: Simeone non ha mai proposto la medesima formazione in questa prima parte di stagione, ma la predisposizione tattica dei Colchoneros rimane comunque invariata (ed è destinata a rimanere tale anche con il rientro di Diego Costa). Al contrario, la Signora europea fin dalla trasferta di Valencia - e in quell'occasione addirittura in inferiorità numerica - ha dimostrato di sentirsi maggiormente a proprio agio con la palla tra i piedi. Insomma, serve la Juve di Manchester per espugnare il Wanda Metropolitano, con un necessario miglioramento che riguarda l’efficacia offensiva: tra le squadre arrivate prime nel proprio girone, quella di Allegri ha infatti il peggior attacco (appena 9 gol messi a segno). Un bottino magro, per chi può vantare la presenza di Cristiano Ronaldo. Approfittare dei limiti dell'Atlético e non evidenziare i propri - Bonucci in particolare sarà chiamato ad una prestazione senza macchie in fase di marcature - è la chiave per i quarti. Si può. Si deve.
@mcarapex