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Massimo Mauro, ex giocatore della Juve ora opinionista, ha parlato al Corriere dello Sport. Tanti i temi toccati, a partire da Allegri: «Torni sé stesso, quello capace di far segnare alla sua squadra tre gol al Bernabeu, di portare la Juve due volte in finale di Champions. Si può e secondo me si deve ripartire da Max, uno che ha vinto e che continua ad avere un occhio straordinario per il talento. Nessuno gli chiede di giocare come fa il Manchester City. La Juve ha un altro Dna, ben riconoscibile. Scimmiottare Guardiola sarebbe sbagliatissimo, ma questo stare in attesa che succeda qualcosa di buono non mi è paciuto molto. Max sa qual è la via da seguire». 
 
Per lei va confermato? 
«Ma certo, io ripartirei da Allegri senza dubbio. La sua bravura non si discute ed è stato l’unica certezza in una stagione dove alla Juve hanno dovuto rivoluzionare tutto. Però a Max darei un consiglio, se posso. Torni a essere l’Allegri di prima, era davvero divertente vedere la sua Juve». 
 
C’erano però altri valori in campo, direbbe qualcuno. 
«Sì, è vero, ma la colpa è di chi è andato a pescare calciatori demotivati, a parametro zero e a fine carriera. Alla Juve serve altro». 
 
Ad esempio? 
«Tanti Fagioli. Gente di gamba, di potenzialità, che ha fame e vuole diventare grande. Per gente così Allegri è l’uomo giusto. La gente si è un po’ disamorata ultimamente e chiede solo di tornare felice allo stadio» 
 
Si aspettava di più da Pogba e Di Maria? 
«Che vuoi aspettarti? Se stavano bene fisicamente te li regalavano a parametro zero? Chi casca dal pero fa il furbo. Tecnicamente non si discute gente così, o come Dybala, ma se i calciatori importanti giocano meno della metà delle partite vuol dire che tanto importanti non sono. Sono delle ciliegine sulla torta, che ti puoi permettere solo se c’è una torta». 
 
In Europa cosa è mancato? 
«In Champions è stata una brutta figura. In Europa League è arrivata in semifinale, ma al momento della verità la squadra ha avuto paura: l’ho vista giocare un tempo su quattro contro il Sivigilia. Poteva crederci e osare di più. E poi dai, ma che occasione era? Vincere la coppa e mettere in crisi tutto il sistema che aveva fatto di tutto per non mandarti in Champions» 
 
La penalizzazione per lei è ingiusta? 

«A stagione in corso non mi pare corretto. Le regole dicono questo, e bisogna adeguarsi, però... E poi hanno punito la squadra e i suoi tifosi per un reato amministrativo, che c’entrano i risultati sul campo? Pensavo che scattasse un senso d’orgoglio e di rivalsa, ma quel “ora andiamo in campo e vi facciamo vedere noi” non c’è stato. E va detto che Allegri ce l’ha messa tutta per stimolare i suoi ragazzi» 

E se la Juve ripartisse dalla Conference, come Roma e Fiorentina?  
«Io la penso in modo opposto: perderei subito e mi concentrerei sul campionato e sulla ricostruzione di un progetto e di un ambiente degno di questo nome».