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Ai microfoni de La Gazzetta dello Sport Massimo Mauro ha detto la sua sulla Juve vista finora in campionato, ipotizzando dove potrebbe arrivare: "Andiamoci piano. Prima di parlare di una Juve in grado di lottare per il primo posto voglio aspettare altri scontri con le big. Il trittico di ottobre Atalanta-derby col Toro-Milan ci dirà di che pasta è fatta la squadra di Allegri...".

OSTACOLO LAZIO - "Vero. La Juve mi è piaciuta per diversi motivi. Pur lasciando il possesso all’avversario, ha concesso poco e con la palla nei piedi sapeva cosa fare. Ecco, questa è la prima cosa veramente diversa dalla scorsa stagione. È semplice, perché il calcio è semplice, checché se ne dica: se, quando un tuo giocatore ha il pallone, i compagni gli danno due o tre alternative, allora difficilmente sbaglia il passaggio; ma se gli altri intorno non si muovono, allora chi porta palla fa la figura del “pirla”, perdonatemi il termine. Nella Juve di oggi, rispetto a un anno fa, tutti si smarcano e aiutano".

UNICO CAMBIAMENTO? - "Certo che no, Allegri mi sembra abbia trovato l’assetto giusto in difesa con Gatti-Bremer-Danilo. Ora vedo una Juve tosta, finalmente. Weah e Cambiaso sono dei titolari, anche se nelle ultime due sono partiti dalla panchina. E poi ci sono Vlahovic e Chiesa: così bene insieme non si erano mai visti a Torino".

FINALMENTE SANI - "Sì, anche se per Vlahovic quello della pubalgia è stato forse un alibi. A me sembra piuttosto che ora sia più convinto mentalmente. Con la Lazio ha segnato due gol di destro, provando giocate che lo scorso anno non avrebbe fatto, perché quasi impaurito. Credo che tutto l’affetto dei tifosi e la stima degli opinionisti ricevute quando si parlava del possibile scambio con Lukaku abbiano fatto scattare nel serbo una molla".

INTER - "Al momento i nerazzurri sono un gradino sopra a tutti, va detto. Hanno una rosa meravigliosa, una forte base italiana e la consapevolezza di chi ha giocato una finale di Champions".

SOLO CAMPIONATO - "Può diventare un vantaggio, ma l’Inter mi pare abbia la continuità delle grandi per gestire. E soprattutto, ha comprato giocatori che devono ancora affermarsi e hanno fame, come Thuram. Mi sembra l’abbia capito anche la Juve".

POGBA E DI MARIA - "Prendere i nomi non è sinonimo di fare bene. Soprattutto se sono già appagati da una super carriera".