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Un giro d'allarme, da chi ci è già passato. Blaise Matuidi ha parlato in conferenza stampa dal ritiro della Francia: il focus è stato anche il razzismo (oltre al mercato), che in Italia continua a distinguersi tra le principali piaghe sociali. Lo stesso centrocampista, insieme all'allora compagno di squadra Moise Kean, era stato vittima dei 'buu' della tifoseria sarda. Era il 2 aprile, solo cinque mesi fa. E nulla sembra essere cambiato.

Di seguito, ecco i passaggi più rilevanti del suo discorso. 

RAZZISMO - "Razzismo in Italia? Ho già avuto questo problema, lo stesso avuto da Lukaku ed era anche nello stesso stadio. Penso che debbano essere prese delle misure, il razzismo non ha posto nel calcio come in tutti gli altri sport".

ESEMPIO - "Non è un buon esempio per i più giovani, faremo di tutto affinché non sia più presente, anche se riguarda sempre una minoranza. Ma per questa minoranza non c'è posto negli stadi. Sta alle autorità prendere le giuste decisioni".

RITORNO AL PSG - "Voi parlate, io gioco. ​Io a Parigi? Ma era tutto falso. Ho sempre detto di stare bene alla Juve, uno dei migliori club al mondo. Parigi ha un posto speciale nel mio cuore, sono un suo tifoso sin da piccolo e indossarne la maglia mi ha permesso di realizzare un sogno. Ma ora sono fiero di giocare con la Juve, un grande club. La questione non si è mai posta".

CONCORRENZA - "Sì, ​è qualcosa che mi stimola. Nel calcio non ti regala niente nessuno, tocca a te conquistarti un posto. Ma se sono qui è perché mi sono sempre fatto trovare pronto in campo".