commenta
Il retroscena sull'addio. E' lo stesso Blaise Matuidi a spiegare i motivi della sua decisione, in un'intervista a L'Equipe: "La quarantena mi ha fatto capire quanto dovrei pensare alla mia famiglia. Sapevo già che era la mia cosa più cara, ovviamente, ma dopo essere stato rinchiuso per due mesi con mia moglie e i miei figli, come non avevo mai fatto in tutta la mia carriera, il legame è diventato ancora più forte. Mi sono detto che avevo davvero bisogno di divertirmi con i miei figli, di pensare prima a loro, anche se erano molto a loro agio in Italia. Ho guardato indietro, ho ripercorso la mia carriera e ho pensato: "Cosa vuoi cercare?". Forse ora era il momento di cambiare direzione. Essere stato uno dei primi giocatori positivi al virus mi ha spinto a prendere questa decisione? Aver avuto il Covid mi ha fatto riflettere sul senso della vita. Quando vedi tutte queste persone che ci hanno lasciato, che non sai da dove viene questa malattia o come trattarla, ti fai delle domande. All'inizio mi è stato detto che entro due settimane il virus era scomparso. Ho fatto il test una seconda e poi una terza volta, ed ero comunque positivo. Tutt'intorno a me c'era un po' di panico. È stato bello aver trovato il campo, è vero. Ecco perché non vado a Miami come turista. Ci vado per giocare a calcio".

PIRLO - "Se ho parlato con Andrea? Niente affatto. Tutto è accelerato all'inizio di luglio. Appena ho preso la mia decisione, sono andato a vedere la dirigenza della Juventus, cui ho chiesto di risolvere dall'ultimo anno di contratto. A quel tempo, per quanto ne so, non si trattava di un nuovo allenatore. Il campionato non era finito, stavamo ancora gareggiando in Champions League, ma la mia decisione è stata presa. Inoltre, avrei voluto che non fosse troppo chiaro".