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Della Juve ha un ottimo ricordo, tanto che non esita a definirsi "un tifoso". Con la maglia bianconera, del resto, è letteralmente cresciuto, prima di tutto come uomo, vincendo due volte il Torneo di Viareggio e togliendosi poi la soddisfazione di mettere in bacheca tre scudetti, due Supercoppe Italiane e una Coppa Italia, ai tempi di Antonio Conte. Mica male. Luca Marrone, 34 anni da compiere il prossimo 28 marzo, ora gioca in Serie B: è al Lecco, dove è approdato in estate per portare qualità ed esperienza a una squadra neopromossa, dopo la parentesi al Monza e, prima ancora, un bel peregrinare in varie parti d'Italia, da Carpi a Verona, da Bari a Crotone, con una tappa anche in Belgio tra il 2016 e il 2017. La Juve, comunque, l'ha sempre seguita. E lo fa tuttora, con l'affetto di chi ci ha lasciato un pezzo di cuore e la lucidità di uno "sguardo esterno", capace di riconoscerne punti di forza e di debolezza.

Ne ha parlato in esclusiva ai nostri microfoni

Le parole dell'ex Juve Luca Marrone in esclusiva a ilBianconero

- Hai vissuto l'ambiente Juve per tanti anni, fin da giovanissimo. Quali sono i tuoi ricordi più belli?
Ci sono cresciuto, facendo tutta la trafila delle giovanili. Ma il ricordo più bello è indubbiamente quello legato al pomeriggio dell'addio di Alex Del Piero, una leggenda: quel giorno (il 13 maggio 2012, nella partita contro l'Atalanta all'Allianz Stadium, ndr.) ho anche segnato un gol, davanti a tutta la mia famiglia. Un momento bellissimo, indimenticabile.

- Oggi la Juve si trova in una situazione simile a quella di allora...
Effettivamente sì, innanzitutto perché anche nel primo anno di Conte non era impegnata in Champions League e si poteva concentrare solo sul campionato. Poi arrivava da risultati negativi, da una fase di difficoltà, ma si è sempre compattata ed è riuscita a uscirne, proprio come oggi. E adesso la Juve è lì, speriamo vada a finire come nel 2012.

- Quindi con lo scudetto, intendi...
Da tifoso spero davvero che possa riuscirle il sorpasso definitivo all'Inter, che però è molto attrezzata, ha una rosa completa e giocatori forti che possono competere su più fronti. I favoriti restano i nerazzurri, ma spero che la Juve possa farcela sul lungo termine.

- Com'era davvero il lavoro con Conte?
Pesante (ride, ndr.). Antonio è un "martello" anche sotto l'aspetto mentale, con lui devi essere sempre connesso al 100%. Nei suoi allenamenti si andava a mille all'ora, lui era sempre lì, "in agguato", a controllare che nessuno rubasse un metro nelle corse, super concentrato dal lunedì alla domenica, senza mai mollare. Poi i risultati gli davano ragione, quindi motivava tutti.

- Ti piacerebbe rivederlo alla Juve?
Allegri sta indubbiamente facendo un gran lavoro, è bravissimo come gestore di campioni, ma Conte è stato il primo che ha creduto in me e che mi ha dato fiducia. Quindi sì, mi piacerebbe rivederlo in panchina, da tifoso in primis: ogni tanto si sentono voci in merito, e io in fondo ci credo.

- Questa sera la Juve inizia il suo percorso in Coppa Italia, pensi che possa arrivare fino in fondo?
Sono sicuro che ci punterà molto: è una competizione importante, che offre la possibilità di alzare almeno un trofeo a fine stagione, cosa che fa sempre bene. Poi ogni anno in Coppa ci sono rotazioni in rosa, ma secondo me la Juve la affronterà al massimo.

- Al Lecco hai trovato Sersanti, grande protagonista in questa prima metà di stagione in Serie B dopo l'esperienza in Next Gen: come lo vedi?
Alessandro è fantastico, si allena sempre benissimo e ha qualità importanti. Se continua così può togliersi grandi soddisfazioni, lo sta dimostrando ogni giorno.

- Proprio alla luce della sua esperienza, cosa pensi del progetto della Seconda squadra? 
Lo ritengo sicuramente interessante e utile, perché permette a ragazzi giovani di mettersi subito alla prova con il calcio "vero", in un campionato come quello di Serie C dove si gioca forte; così crescono più velocemente.


Si ringrazia Luca Marrone e l'Ufficio stampa del Lecco per la disponibilità

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