LA GENERAZIONE 2026 - Venti-ventisei diventa allora un anno simbolico per tutta la Juventus. Può determinare il passaggio di testimone definitivo. Di sicuro è un segno di mostruosa fiducia in cambio di sprazzi di talento, di una promessa di giocatore. E' il caso di Soulé, ad esempio: meno di un mese fa ha rinnovato fino al 2024, ma l'opzione siglata lo terrebbe a Torino per altre due stagioni, con reciproca soddisfazione e unica visione su quanto c'è da fare per arrivare a certi livelli. Il migliore in campo nella gara "interna" è stato lui. Lui a giostrare e giocare sulla trequarti bianconera. Lui a dare una traccia più di presente che di futuro. Mentre tutto pullulava di under, nessuno più si meravigliava dei tocchi e della differenza che costantemente produceva il suo destro. Assomiglia a Dybala, in questo. Nel fare sempre la scelta giusta.
OCCHI SU CHIBOZO - Chi può seguire il suo percorso è Angel Chibozo, che finalmente ha messo da parte un po' di sfortuna (quanti infortuni, pure gravi) e ora si sta godendo partita dopo partita, rete dopo rete. Quella segnata all'Alessandria è un gioiellino, e il pallonetto con cui chiude il match è soltanto un colpo estemporaneo. Il resto è garra. E' stata voglia tremenda di andarsi a prendere il pallone, sradicarlo dai piedi del difensore e involarsi verso la porta. Ha tutto, se vuole. Una rincorsa di talento e un volo già programmato. Dovesse trovare continuità... troverebbe pure un bel rinnovo ad attenderlo, con mille complimenti dal solito club venti-ventisei. Di cui sarebbe membro già onorario se non ci fosse stata un po' di sorte a frapporsi tra lui e l'esplosione definitiva.
OLTRE IL GOL, MARESSA - A proposito di perle: quella di Maressa è stata semplicemente sensazionale. Sia perché un destro a giro, in corsa, piazzato sotto la traversa, non è mai roba da poco. Sia perché è arrivato all'interno di una partita quadrata, solida, sporca. L'utile al dilettevole, con costanza, è un'arma dei più grandi ed è merce rara di giocatori rarissimi. Non è un caso che Allegri gli abbia affidato parte del centrocampo, con Arthur al suo fianco a dirigerlo e gestirlo. Le orme sono quelle di Locatelli, per l'impegno e per la pulizia nella doppia fase. Scadenza? Ancora non c'è. Perché i 18 sono pure lontani (è del 2004). Due anni fa era arrivato (dall'Empoli, via Reggina) per giocare in Under 16 e due anni dopo è un punto fermo della Primavera. Sono rose e sta già fiorendo: ora lo scatto definitivo, per entrare nella generazione J. E farla da padrone.