ALLENATORE - "Io futuro allenatore della Juve? No, ma perché non mi ci vedo a far l’allenatore. Bisogna avere delle doti particolari, saper tenere insieme un gruppo”.
RONALDO - "Gli anni prima che firmasse per la Juve lo abbiamo incontrato tante volte: ti metteva veramente in difficoltà e lo sta dimostrando tutt’ora. Mi colpisce la sua voglia di mantenersi in forma e ad alti livelli. A volte anche se la tua voglia è così grande c’è sempre qualche paletto che si mette in mezzo. Lui invece è sempre ad alti livelli e dimostra veramente quanto si stia impegnando per rimanere tra i numeri uno. Andrà via? Non lo so ma mi auguro di no. Per la Juventus e per l’interesse che ha portato in Serie A, si è messo in gioco. Spero che rimanga”.
ZENIT - “Niente sgarbo alla Juve? È stato il motivo principale. Non soltanto per quello che mi hanno dato Juve e tifosi, ma anche per quello che avevo provato e vissuto io in quegli anni. C’è anche da dire che dentro di me c’è sempre stato il desiderio di poter fare un’esperienza all’estero. È un’esperienza per tutta la famiglia, per i figli che vanno a scuola, la moglie… A casa mia moglie non aveva più amiche, non parlava il russo. In squadra parlavo inglese e un po’ spagnolo perché c’erano tante argentini. Poi le dinamiche di un campo sono più semplici, la vera lingua è dei piedi e della testa”.
ALLENATORE PREFERITO - “L’allenatore che mi è rimasto nel cuore è Maurizio Schincaglia, nel settore giovanile. Mi ha fatto proprio crescere. Ha fatto una grande carriera in Serie A e in Serie B, mi ha dato tanto non solo come allenatore ma come un papà. Nel settore giovanile ci sono i veri artefici che ti fanno diventare un calciatore”.