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Ci siamo. In attesa del "bis" dell'udienza preliminare dell'inchiesta Prisma, rinviata al 10 maggio, la Juventus sta entrando sempre più nel vivo anche del filone giudiziario della cosiddetta "manovra stipendi", quello relativo ai famosi accordi club-calciatori sulle mensilità dilazionate in epoca Covid e non depositate in Lega e Figc. Come spiega La Gazzetta dello Sport, dopo la chiusura delle indagini i potenziali incolpati avranno una decina di giorni per presentare le memorie difensive e poi si procederà con l'archiviazione o il deferimento.

I giocatori che hanno sottoscritto carte non regolarmente registrate - spiega la rosea - rischierebbero almeno un mese di squalifica soltanto nel caso in cui venisse dimostrata una responsabilità diretta sulla firma stessa. Per il club si ipotizza una maxi multa, "da uno a tre volte l’ammontare illecitamente pattuito o corrisposto", anche se l'articolo 31 del codice di giustizia sportiva che regola le violazioni in materia gestionale ed economica dice "cui può aggiungersi la penalizzazione di uno o più punti in classifica".

Per quanto riguarda le tempistiche, la Federcalcio punta a finire i due gradi di giudizio (primo e secondo) intorno alla metà di maggio. Lo spartiacque, non normato ma di fatto, per capire se l'eventuale sentenza avrà ripercussioni sul campionato in corso o sul prossimo è il 30 giugno, e la vera incognita è il Collegio di Garanzia del Coni: la Juventus, infatti, avrebbe 30 giorni di tempo dalla sentenza per ricorrervi e questo potrebbe far slittare tutto al 2023-24.