commenta
La linea sottile è tra colpa e impossibilità di procedere. Un blocco, quello delle cessioni, che non riguarda solo Mandzukic ma che potrebbe portare il volto del croato come immagine simbolo (assieme a quella di Khedira). Mario via, Mario fuori dal progetto, Mario che non si sposa con le idee e il gioco di Sarri. Mario che però, al nove d'agosto, è convocato per l'ultima gara di ICC contro l'Atletico Madrid. E finora le ha giocate praticamente tutte. 

LA SITUAZIONE - Dunque, la Juve ha cambiato idea? Macché: solo, ecco, non riesce a procedere su quel fronte. Perché se prima l'ha proposto - e quasi chiuso - al Manchester United senza grossi risultati, adesso all'orizzonte si trova davvero col cerino in mano. Certo, ci sarebbe il Bayern. Dall'Inghilterra parlano di proposta in prestito con obbligo di riscatto (il prezzo resta fissato sui 15 milioni): ma la Juve voleva salutarlo subito con un assegno che poteva far comodo, specialmente in questo momento. 

RICHIESTE - Mandzukic, intanto, è stato chiaro: non è un giocatore che decide all'ultimo momento, perciò sono giorni caldi. Ha capito la situazione e la fretta della Juve, ma lui si fa forte di un contratto appena rinnovato e di un ingaggio importante. Ecco, ingaggio che vorrebbe addirittura aumentare nella prossima avventura. Ci era quasi riuscito con i Red Devils (sui 4 o 5 milioni di sterline, la proposta della dirigenza inglese), e un po' ci ha preso gusto. Tanti soldi per poche squadre che possono permetterselo, a questo punto. La Juve difatti inerme sullo sfondo, a mani giunte verso la prossima mossa del Bayern.