
Mancini-Juventus, per i tifosi è un 'no'? C'è chi non dimentica le parole al processo Calciopoli
Perché alla Juventus piace Mancini
Ciò che piace molto del Mancio è la sua fama da "normalizzatore". In sostanza, con lui buona parte della rosa della Juve potrebbe essere confermata e ri-sfruttata per le sue idee, che sono in realtà molto chiare (ne abbiamo già parlato qui): calcio verticale, ricerca di un gioco tanto estetico quanto pragmatico e spazio agli esterni, bassi e alti, in un ipotetico 4-3-3 in cui, giusto per fare un esempio, potrebbe tornare molto utile un Francisco Conceicao.Le parole di Mancini su Calciopoli
Ciò che piace meno, invece, soprattutto ai tifosi, è il lato di Mancini che riporta alla pagina buia di Calciopoli, in cui ha anche rilasciato alcune dichiarazioni che sono tornate alla ribalta proprio in questi giorni in cui si parla tanto di lui. Nel 2010, nello specifico, l'allora tecnico del Manchester City fu ascoltato in qualità di testimone al processo, con la sua deposizione incentrata sulle proteste per i presunti torti arbitrali subiti quando era alla guida dell'Inter in alcune partite del campionato 2004-2005.
Mancini, rispondendo in un quarto d'ora alle domande del Pm Stefano Capuano, si soffermò in particolare sul match contro la Roma finito 3-3: "Dissi alla fine della partita all'arbitro Rosetti: 'Pagherete tutto, tu e i tuoi amici di Torino'. Alludevo a Moggi. Rosetti era di Torino e quindi il collegamento era facile. Ma lo dissi nella foga, in quei momenti si pensa di aver subìto un torto, lo dissi solo per questo".
Frasi, appunto, che sono tornate a riecheggiare in questi giorni, scontentando i sostenitori della Juventus che per questo motivo non sembrano vedere di buon grado un approdo sulla panchina della Prima squadra di Roberto Mancini (che tra l'altro rimane anche il tecnico che ha indossato lo Scudetto tolto ai bianconeri nel 2005-06 e consegnato dalla giustizia sportiva all'Inter) In compenso, però, il classe 1964 non ha mai negato di aver tifato la Vecchia Signora da bambino - almeno prima di legarsi "sentimentalmente" alla Sampdoria - e di aver avuto come idolo Roberto Bettega, attaccante che faceva dell'eleganza la sua cifra stilistica e che ha sempre considerato un esempio.
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