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Chissà cosa sarebbe successo, fosse stato dall'altra parte della barricata. Lukaku, stasera, gioca contro un periodo ipotetico: quello che quasi si faceva presente indicativo a inizio agosto, quando tutto lasciava presupporre che la Juventus avesse trovato il suo centravanti, l'uomo da affiancare a Ronaldo, il punto pesante - soprattutto in termini di gol - di un racconto che Sarri s'apprestava a buttar giù in bella copia. Eh, guarda tu le storie del destino. E poi quelle del mercato: alla fine, con un sorpasso all'ultima curva, l'Inter si è assicurata il belga che tanto fa impazzire Conte. Ma Romelu, alla Juve, aveva detto sì solo quarantotto ore prima.

DECISE DYBALA - Notti insonne, perennemente di attese. Lo decise Dybala, il destino di Lukaku: l'argentino si oppose al trasferimento al Manchester United, che pure aveva convinto Mario Mandzukic a salutare la truppa bianconera. Una storia di scambi e conguagli che aveva occupato totalmente i pensieri di Fabio Paratici, convinto alla fine di aver trovato l'unica quadra possibile. Ecco: non aveva fatto i conti con Dybala e con la sua voglia di restare, di dimostrare quanto potesse essere importante in questo gruppo. Finora l'ha fatto, sebbene a fasi alterne, nonostante il gontagocce di Sarri che continua a preferirgli Higuain. Ah, a proposito del Pipita: è grazie a lui che di Lukaku non si può sinora parlare come rimpianto bianconero. Lo sapevano tutti, ma l'ha dimostrato anche Gonzalo: il centravanti bianconero titolare non doveva arrivare dal mercato, ma era già vestito coi colori giusti. Aspettando maggio e le sue sentenze.