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Chi ben comincia ​è a metà dell'opera, dice il proverbio. E riguardando all'esordio in Serie A di Luca Pellegrini, forse il proverbio non era così sbagliato. Roma-Frosinone, 26 settembre del 2018, Pellegrini ​è da poco subentrato in un match agevole per i giallorossi, ma questo non gli impedisce di osare. Coraggioso, certo, ma non ​è solo il coraggio a rubare l'occhio nella prestazione del giovane terzino sinistro: corsa in fascia, uno due con Pastore che gli libera l'ingresso in area e assist arretrato per il rigore in movimento di Kolarov. A 19 anni, 6 mesi e 19 giorni, ​è più che un biglietto da visita.

PIEDE DELICATO -  Dieci mesi dopo, Luca Pellegrini ​è ad un passo dalla Juventus: un'escalation che passa da quel Roma-Frosinone, ma anche dal prestito al Cagliari scelto per lui a gennaio dalla società giallorossa. In Sardegna, Luca, ha la possibilità di giocare con continuità e, dopo un naturale periodo di apprendistato, viene gettato nella mischia. Saranno dodici le presenze a fine stagione, condite anche da due assist. La qualità nelle sovrapposizioni, unita ad una confidenza particolare con il piede sinistro, gli ha permesso di ritagliarsi uno spazio importante anche nella nazionale U20 di Nicolato, reduce dal quarto posto mondiale. In questo caso però, Luca ha giocato prevalentemente come mezzala nel 3-5-2 del CT: un'altra prova di come, palla al piede, possa essere un valore aggiunto. 

TROPPI CARTELLINI - Quattro gialli ed un rosso, questo ​è il bottino negativo che ha fatto registrare Pellegrini durante il periodo in Sardegna. Una spiegazione, oltre all'inesperienza, potrebbe essere di natura tattica. Pellegrini "pende" verso l'area avversaria e spesso la sua propensione offensiva lo costringe ad inseguire: un dettaglio importante che, però, nella Juventus potrebbe essere facilmente by-passato dalla qualità del gioco dei bianconeri, che difficilmente concedono ampi spazi, almeno in campionato. Per quanto riguarda l'Europa, sebbene Pellegrini vanti due apparizioni in Champions League, forse il discorso ​è ancora prematuro.

MODERNO - Eppure, nello stereotipo del terzino moderno/contemporaneo - sempre più simile ad una mezzala - Pellegrini vi rientra in pieno. Servirà solo limare le sue inclinazioni naturali e trovare un equilibrio di squadra che gli permetta di apprendere rischiando il meno possibile. Al resto, sicuramente, ci penserà Maurizio Sarri che, come a Napoli con Ghoulam, ha dimostrato di avere particolare attenzione verso il ruolo: come l'algerino, anche Pellegrini ha le capacità di contribuire alla costruzione bassa della squadra, oltre ad offrire gli strappi necessari per creare sovrannumero nella metà campo avversaria.