CHE SHOW - Sassolini nelle scarpe ne aveva, eccome. Ma alla base delle parole di MS c'è la difesa strenua dei suoi ragazzi, di quello che gli stanno dando e della fiducia ('tantissima', per dirla alla Mire) che la squadra ripone nel suo credo e nei suoi gesti: "Il loro livello di professionalità è altissimo - le sue parole in risposta a un giornalista, con un intervento 'a gamba tesa' durante il turno di Pjanic -, se è un attacco a questi giocatori allora non l'accetto". Del resto, Maurizio è uno che s'affeziona, che ci mette cuore, che antepone la passione anche quando il raziocinio dovrebbe prevalere. Lo si vede inoltre quando parla con Miralem dopo una domanda su Rabiot vertice basso: "E te che fai? Stai fuori?". Quasi a ribadire un concetto tanto vecchio quanto ignorato: tra lui e questo gruppo non c'è visione differente. Tutti sono sull'unica strada della vittoria, senza sottovalutare il peso specifico dello stemma e della missione. CONTRO ALLEGRI - Ma non passa inosservato neanche l'ultimo attacco ad Allegri. "Io la prima volta che sono stato contattato dai dirigenti della Juventus ho chiesto come mai avessimo fatto solo tre punti nelle ultime di campionato e ho detto di non rispondere "perché era già vinto", sarebbe un brutto segnale a livello di mentalità", il suo aneddoto. Chiave e velenoso. Mezzo fondamentale per ribadire un altro, di concetto: si può togliere fisicamente Allegri dalla squadra in mezza giornata, ma non l'allegrismo in quattro mesi. Quello è un percorso che richiede pazienza, ed è la strada che più sta a cuore a Sarri. Magari, ecco, in Europa e senza impegni 'apparenti' potrà venire fuori un po' di spensieratezza e meno voglia di arretrare in fase di non possesso. Ché MS sa come si fa, specialmente oltre i confini. "21 risultati utili, è quasi un record. Farne 22?": sfidiamo chiunque a non toccarsi o pensare alla scaramanzia davanti a questa domanda. Così come a non provare la sensazione finale: Sarri funziona a metà proprio perché vero. Sempre vero. Spesso, in questo calcio, è un atteggiamento che non paga.
Sarri show: s'arrabbia e scherza con Pjanic, poi si gratta. E che frecciatina ad Allegri
Fuochi d'artificio, penne che scorrono velocissime, immagini apparentemente distanti che si uniscono in poco meno di venti minuti.Alla BayArena, Maurizio Sarri è tuono e lampi, sorrisi e pacche sulle spalle, difesa e attacco. Inaugura la sagra dei titoli e non si concede ai classici schermi di una presunta crisi. Anzi, aumenta la posta in gioco con quattro immagini d'incredibile umanità: dalla rabbia agli scherzi con Pjanic, quindi la frecciatina ad Allegri e quel bonario gesto di 'toccarsi'. Perché vuoi o non vuoi, la scaramanzia gli è sempre troppo cara.
CHE SHOW - Sassolini nelle scarpe ne aveva, eccome. Ma alla base delle parole di MS c'è la difesa strenua dei suoi ragazzi, di quello che gli stanno dando e della fiducia ('tantissima', per dirla alla Mire) che la squadra ripone nel suo credo e nei suoi gesti: "Il loro livello di professionalità è altissimo - le sue parole in risposta a un giornalista, con un intervento 'a gamba tesa' durante il turno di Pjanic -, se è un attacco a questi giocatori allora non l'accetto". Del resto, Maurizio è uno che s'affeziona, che ci mette cuore, che antepone la passione anche quando il raziocinio dovrebbe prevalere. Lo si vede inoltre quando parla con Miralem dopo una domanda su Rabiot vertice basso: "E te che fai? Stai fuori?". Quasi a ribadire un concetto tanto vecchio quanto ignorato: tra lui e questo gruppo non c'è visione differente. Tutti sono sull'unica strada della vittoria, senza sottovalutare il peso specifico dello stemma e della missione. CONTRO ALLEGRI - Ma non passa inosservato neanche l'ultimo attacco ad Allegri. "Io la prima volta che sono stato contattato dai dirigenti della Juventus ho chiesto come mai avessimo fatto solo tre punti nelle ultime di campionato e ho detto di non rispondere "perché era già vinto", sarebbe un brutto segnale a livello di mentalità", il suo aneddoto. Chiave e velenoso. Mezzo fondamentale per ribadire un altro, di concetto: si può togliere fisicamente Allegri dalla squadra in mezza giornata, ma non l'allegrismo in quattro mesi. Quello è un percorso che richiede pazienza, ed è la strada che più sta a cuore a Sarri. Magari, ecco, in Europa e senza impegni 'apparenti' potrà venire fuori un po' di spensieratezza e meno voglia di arretrare in fase di non possesso. Ché MS sa come si fa, specialmente oltre i confini. "21 risultati utili, è quasi un record. Farne 22?": sfidiamo chiunque a non toccarsi o pensare alla scaramanzia davanti a questa domanda. Così come a non provare la sensazione finale: Sarri funziona a metà proprio perché vero. Sempre vero. Spesso, in questo calcio, è un atteggiamento che non paga.
CHE SHOW - Sassolini nelle scarpe ne aveva, eccome. Ma alla base delle parole di MS c'è la difesa strenua dei suoi ragazzi, di quello che gli stanno dando e della fiducia ('tantissima', per dirla alla Mire) che la squadra ripone nel suo credo e nei suoi gesti: "Il loro livello di professionalità è altissimo - le sue parole in risposta a un giornalista, con un intervento 'a gamba tesa' durante il turno di Pjanic -, se è un attacco a questi giocatori allora non l'accetto". Del resto, Maurizio è uno che s'affeziona, che ci mette cuore, che antepone la passione anche quando il raziocinio dovrebbe prevalere. Lo si vede inoltre quando parla con Miralem dopo una domanda su Rabiot vertice basso: "E te che fai? Stai fuori?". Quasi a ribadire un concetto tanto vecchio quanto ignorato: tra lui e questo gruppo non c'è visione differente. Tutti sono sull'unica strada della vittoria, senza sottovalutare il peso specifico dello stemma e della missione. CONTRO ALLEGRI - Ma non passa inosservato neanche l'ultimo attacco ad Allegri. "Io la prima volta che sono stato contattato dai dirigenti della Juventus ho chiesto come mai avessimo fatto solo tre punti nelle ultime di campionato e ho detto di non rispondere "perché era già vinto", sarebbe un brutto segnale a livello di mentalità", il suo aneddoto. Chiave e velenoso. Mezzo fondamentale per ribadire un altro, di concetto: si può togliere fisicamente Allegri dalla squadra in mezza giornata, ma non l'allegrismo in quattro mesi. Quello è un percorso che richiede pazienza, ed è la strada che più sta a cuore a Sarri. Magari, ecco, in Europa e senza impegni 'apparenti' potrà venire fuori un po' di spensieratezza e meno voglia di arretrare in fase di non possesso. Ché MS sa come si fa, specialmente oltre i confini. "21 risultati utili, è quasi un record. Farne 22?": sfidiamo chiunque a non toccarsi o pensare alla scaramanzia davanti a questa domanda. Così come a non provare la sensazione finale: Sarri funziona a metà proprio perché vero. Sempre vero. Spesso, in questo calcio, è un atteggiamento che non paga.