DA GIOVANE - “Dai giovanissimi nazionali ho fatto tutta la trafila fino alla prima squadra, dove sono stato per un anno e mezzo. È stato come andare in una delle università migliori al mondo, assaporando la prima squadra con qualche panchina e qualche allenamento. È stata l’esperienza più importante della mia vita calcistica”.
IL DEBUTTO IN A - “Cercavo di non pensarci troppo: avere la possibilità di entrare anche solo per pochi minuti in quella Juve era già incredibile. Proprio per questo è stata un’emozione pazzesca, perciò quando sei lì cerchi di fare quello che sai fare meglio, se inizi a pensare troppo non va bene”.
TEVEZ - “Quello che ricordo in maniera più lampante di quell’anno era Tevez, nonostante una rosa piena di campioni. Incarnava al meglio lo spirito della Juve: lottava su ogni pallone con un’attitudine incredibile”.