DE LAURENTIIS - "Le esternazioni del presidente sono frutto di amore per la società, ma non diamo alibi alla categoria arbitrali per le tensioni create in campo. Si trattava di una partita ad alto rischio per classifica e ordine pubblico ed è stata gestita malissimo. L’impianto di San Siro non è sicuro, non è una struttura in grado di tenere lontani i delinquenti. Poi il problema è culturale, sia chiaro".
MAZZOLENI - "L’arbitro deve fare il suo mestiere, fischia un rigore o l’espulsione: questo gli spetta. Ma di fronte ad una responsabilità oggettiva come i cori razzisti, non può decidere: deve far rispettare le regole e sospendere la partita, dando il 3-0 a tavolino eventualmente. Chi era sul campo dai vertici della Lega deve prendere in mano la situazione, purtroppo in Lega nessuno prende decisione e non sappiamo chi deve, da Pecoraro a Nicchi. Chi paga poi sono le società, considerando che l’espulsione di Koulibaly è stata determinante visto che era il migliore in campo. L’arbitro l’ha fermato, ha visto un fallo lieve senza accorgersi di ciò che accadeva sugli spalti. Stesso discorso può farsi sulla reazione di Insigne".
AZIONE DEL NAPOLI - "Ragioneremo a bocce ferme su Insigne, non sappiamo che verbalizzazione ha usato Mazzoleni. La sensazione è che sia espulsione diretta, la differenza la fa il referto: se si tratta di un contrasto di gioco oppure di proteste, da questo dipenderà la squalifica. Ci renderemo conto a breve di quanto i calciatori del Napoli siano stati cattivi o bravi per Mazzoleni".
ANCELOTTI - "Non credo sia il momento di abbandonare il campo di fronte ai cori, soltanto con le norme severe possiamo risolvere il problema. Se un club perde 3-0 a tavolino, il turno successivo i tifosi si renderanno conto e si adotteranno misure efficaci. Non bisogna fare scaricabarile tra le società, la responsabilità riguarda tutti".