7
Riflessioni in corso, che viaggiano parallelamente all'attesa, alle notizie, alla pressione del campo. La Juve si gioca il futuro in due partite più la finale di Coppa Italia. Già, ma quale futuro? Come ripartirà? Soprattutto, da chi ripartirà? Posto che i quadri dirigenziali sono inevitabilmente destinati a modificarsi, al momento l'aspetto cruciale riguarda la guida tecnica. La rosa di nomi è chiara e lineare: ci sono i sogni e ci sono nomi più concreti. L'eventuale partecipazione alla prossima Champions può ovviamente influire. 

UNDERDOG - E i sogni riguardano i grandi ritorni. Il primo: Max Allegri. Dopo cinque stagioni per cinque scudetti, il livornese è pronto a tornare in sella e pedalare. La Juve resta alla finestra, ma l'occasione Real sarebbe troppo ghiotta da lasciarsela scappare (di nuovo). Da Madrid andrebbe a liberarsi quel Zizou Zidane che per Agnelli, ancor prima che si liberasse Allegri nel 2018, rappresentava la prima scelta se non avesse accettato il ritorno alla casa blanca. E oggi? Qualche dubbio - comprensibile -ce l'ha. Corsi e ricorsi storici, che riportano proprio al 2018: prima di Sarri, quale tecnico era stato sondato con tanto di cena esplorativa? Sì, ricordate bene. Ed è l'underdog di ogni discorso sulla panchina bianconera: quel Simone Inzaghi che oggi ha nicchiato sul suo futuro e che è certo di far parte della rosa ristrettissima di nomi sondati per la prossima stagione a Torino. 'Aziendalista', preparato e con una buona gavetta: check a ogni requisito. Ma tutto dipenderà dalle prossime due partite...