NON SI POTEVA RAGIONARE - Lo stesso Cherubini aveva scritto di un utilizzo eccessivo di plusvalenze artificiali. Del recupero bilancio - o comunque del piano per ottenerlo - a dir poco disastroso. La generazione di calciatori era stata distrutta, c'erano stati acquisti con poco senso. E dal punto di vista personale, stravaganze da romanzo: su tutti, gli orari non rispettati e le riunioni da podologo o in sauna. "Una sindrome da re", impossibile da frenare. Racconta il ds bianconero: "Con Fabio non si poteva ragionare. Finché c’è stato Marotta gli metteva un freno. Quando è andato via ha avuto carta libera. Io gliel’ho detto più volte: qui stiamo esagerando. Cioè è una modalità lecita ma hai spinto troppo. E lui rispondeva: a noi non importa. O fai 4 o fai 10, nessuno ti può dire nulla".
DAI RACCONTI - Alla fine, qualcosina gli è stato detto. Più di qualcosina. Lo stesso atteggiamento era stato notificato da Bonucci - "cosa può succedere per due stipendi?" -, così come al dg del Pisa, Corrado, al quale aveva raccontato il modus operandi sul mercato già adottato con Genoa, Sassuolo e non solo. In più, va aggiunta la questione Suarez - nessuno strascico giudiziario, ma la controprova di come volesse tutto e subito - e ovviamente il maxi affare Ronaldo. Marotta, "bravo a frenarlo", aveva avanzato qualche dubbio; Paratici era il visionario che avanzava. Verso il sole. E fino a bruciarsi. "Ci siamo allargati troppo", diceva Agnelli a Elkann. L'ha fatto soprattutto l'attuale direttore del Tottenham.