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Con tutti gli effettivi. Con l'attacco tanto bistrattato e con il colpo di reni di Szczesny. Soprattutto, con il minimo indispensabile e una gestione impeccabile pure dell'imprevisto. Il più soddisfatto di tutti? Naturalmente Massimiliano Allegri, che aveva avvertito alla vigilia sulle folate della Samp e si è rivelato facile profeta. Una volta contenuta la prima offensiva della squadra di Giampaolo, la Juve è stata brava a chiudersi a riccio e a ripartire. Fortunata, poi, nel trovare la prima rete sulla prima accelerazione. Da lì è stata tutta in discesa. 

UN'ALTRA PRESTAZIONE - Nonostante 0 tiri in porta costruiti - non consideriamo il calcio di rigore - la prestazione della Juve è sembrata tutto sommato positiva. Anzi, chiariamo: è sembrata proprio matura. La squadra si è calata perfettamente nella richiesta del tecnico: non occorreva strafare e lasciare spazio agli esterni della Doria. Serviva semplicemente contenere e liberare la corsa di Cuadrado, bravo a farsi innescare una volta da Arthur (il migliore) e quell'altra da Morata o Locatelli, veri riferimenti della trequarti, con tutta la qualità di cui aveva bisogno questa squadra. 

LE RISPOSTE - A proposito di qualità: c'erano tanti giocatori da cui si attendeva una risposta. Arthur è stato ancora una volta il migliore del suo reparto, Kean è stata costante spina nel fianco della difesa della Samp. E Morata? Lucido prima, freddo poi sul dischetto. Decisivo nel momento più caldo. Non si vive di solo Vlahovic, come non si è vissuto di solo Dybala o di solo Chiesa. Si vive però di scene come quella nel finale: tutti uniti sotto la curva, tutti esaltati dal gruppo. E' tornato l'entusiasmo, e l'entusiasmo fa sempre magie.