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Chi credeva che Giuntoli avrebbe rivoltato la Juventus come un guanto si sbagliava. Prima di tutto perché non è un rivoluzionario, semmai un geometra che prima prende le misure, poi agisce. Ancor più importante il fatto che il nuovo Direttore Sportivo entra in un progetto a grandi linee già definito: sfoltire, fare ordine, risparmiare. Non è questo l’anno del riscatto, piuttosto della ricostruzione, per altro con un retaggio del passato: Allegri

Quindi, vendere, prolungare i contratti in scadenza, potare anche a costo di prestiti irrisori. Se si comprano giocatori sono per la Next Generation
La squadra, perciò, è in sostanza quella dell’anno scorso, bruttina e senza forte identità. Ci sarà un Chiesa in più, Cambiaso e Weah sono innesti
interessanti, ma non risolutivi. Permangono, purtroppo, Alex Sandro (garanzia di endemica mediocrità, per non dir peggio) e un mai sbocciato Locatelli nel ruolo che fu di Pirlo e Deschamps.

Quest’anno vanno pagati per lui i restanti 30 milioni al Sassuolo cui se ne aggiungono altrettanti per onorare il saldo, ancor più sciagurato, di Kean. Le rate, all’ inizio, sono attraenti, alla fine diventano una ghigliottina. Soprattutto quando ricordano affari sbagliati. Kean e Locatelli, infatti, valgono oggi, forse la metà del loro costo.

Giuntoli deve fare i conti anche con questi errori che ora si pagano in banca e da un po’ si sono pagati anche in campo. 
Mentre Inter, Milan cambiano mezza squadra in meglio, il Napoli si rafforza e la Roma può scommettere su Lukaku, alla Juve sono costretti a investire su almeno 50 minuti di Pogba a partita.