Lazio, Lotito: 'Io sotto scorta perché lotto contro gli ultras. Mi presentai a Diabolik come Ispettore Ginko'
Ai microfoni de Il Messaggero il presidente della Lazio Claudio Lotito ha raccontato del suo rapporto con gli ultras: "Non voglio fare il bello, specialmente in questo momento, ma io sono stato il primo ad assumere una posizione molto chiara. Ho fatto una scelta di campo: fra consenso e legalità ho scelto la legalità, con le conseguenze che ne sono derivate per la sicurezza personale e della mia famiglia. Ancora oggi vivo sotto scorta, ricevo minacce telefoniche, anche 7-8 al giorno, cortei e cori contro, volantini con la mia tomba e le candele, ma tengo il punto e non mi piego", le sue parole. "Avevo già detto tutto alla commissione antimafia, ora da giorni mi fanno i complimenti in aula per tutto quello che ho fatto e perché non mi sono mai spaventato. Avete visto che cosa sta succedendo? E sono convinto che uscirà dell'altro. Ci sono altre indagini in corso, non solo a Milano… Ancora oggi mi attaccano da tutte le parti, ma io combatto. Se scendi a compromessi, sei morto". E ancora: "Ho detto basta ad abbonamenti e biglietti gratis e alle trasferte pagate dalla Lazio. Cosa ha comportato? Di tutto, sono scampato a bombe e a ogni tentativo d'intimidazione, ho dovuto rafforzare la mia sicurezza perché ho arginato il business delle curve. Mi ricordo ancora quando incontrai quattro tifosi della Lazio. È tutto agli atti degli inquirenti, li incontrai in Piazza Cavour, davanti al cinema Adriano. Si presentarono quattro persone e uno di questi, pace alla sua anima, era Diabolik. Piscitelli si presentò e mi disse: "Preside', buonasera, io sono Diabolik". Lo guardai e gli risposi: "Buonasera, ispettore Ginko". Diabolik mi chiese se stavo scherzando. No, gli risposi. E dissi: "Io sto dalla parte delle guardie". Racconto sempre questo episodio".