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La Juventus e il suo staff medico hanno voluto vederci chiaro, dopo la positività al testosterone. E, lato Pogba, è arrivata un’ammissione, come racconta Gazzetta: “il francese si sarebbe recato dai dirigenti bianconeri ammettendo di aver assunto un integratore, consigliato da un medico amico, estraneo alla Juve, e comprato in America, dove esistono regole differenti legate al doping”. Intanto, secondo Sky Sport, 24 ore dopo l’ufficialità della sospensione cautelare, Pogba non ha ancora chiesto le controanalisi.
 
Alla luce di tutto ciò, quali sono le opzioni in mano alla Juventus? Considerato il fatto che, in questo scenario, la responsabilità sarebbe individuale e il club sarebbe parte lesa.
 
SOSPENSIONE – Una delle opzioni è la sospensione del contratto. La positività al doping, infatti, rientra tra le cause, inserite nell’accordo tra Lega Serie A e Aic, per applicare questo tipo di sanzione. La sospensione si applica per tutta la durata della squalifica ed é già attiva in questo momento, in attesa di come evolva la situazione.
 
RISOLUZIONE – Altra ipotesi, per nulla campata in aria sebbene si dovrà aspettare che si definisca la vicenda, è la risoluzione del contratto. Secondo il contratto collettivo, infatti, questa è una strada percorribile, l’accordo tra le parti può essere impugnato dal club. In caso di squalifica del tribunale nazionale antidoping, sembrerebbe essere questa la strada che percorrerà la Juventus.
 
Ipotesi che si muovono nell’alveo delle norme e dei contratti. Prima, però, la situazione dovrà essere definita, a partire dalle eventuali controanalisi e dai risultati di queste.