Per carità: non è arrivato Mbappé, non saranno giorni da Cristiano Ronaldo. Ma essere stati così forti e così bravi su un profilo appetibile per tutte le squadre del mondo, ecco, un po' deve inorgoglire. Douglas segna infatti la linea netta tra passato e presente, spezza in due ciò che è stato il club e lo proietta a ciò che sarà. Thiago Motta è già stato "difeso", con questa scelta e con quest'investimento. Cristiano Giuntoli si è già esposto.
A chi aveva ancora qualche dubbio, a prescindere da ciò che dirà il campo, una risposta è arrivata: c'è un'idea chiara, c'è una dirigenza forte, c'è la disponibilità economica per fare grandi cose. Per tornare a coltivare immensi sogni. E non c'è più da temere, soprattutto, che un giocatore stia al di sopra dello stemma, che salti tutto per un 'no' e che il mercato torni a essere quelle montagne russe che ci sembravano inevitabili, tra costi residui e prezzi costantemente troppo alti. Oggi l'ombra della vecchia Juve è un po' meno ingombrante. Oggi la nuova Juve genera più curiosità. Oggi tutto l'ambiente bianconero esce da una fase di stallo che durava da tanto, troppo tempo. E torna ad avere fiducia nel futuro in maniera pressoché definitiva.