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E' stato come un sospiro di sollievo. E ha fatto un certo effetto, come tornare a vedere il sole dopo un po' di giorni grigi. Douglas Luiz è un colpo da Juventus, ora pure della Juventus: riempie la bocca dirlo, ci rasserena solo pensarlo. Perché è un affare, questo, che sa andare oltre la pura (ed evidentissima) necessità tecnica della squadra e ci racconta di quanto la ruota alla fine giri sempre. Di quanto sia stata effettivamente magra la scorsa estate, della capacità realmente unica della Juve di rigenerarsi dopo ogni situazione, in un'incredibile storia. 

Per carità: non è arrivato Mbappé, non saranno giorni da Cristiano Ronaldo. Ma essere stati così forti e così bravi su un profilo appetibile per tutte le squadre del mondo, ecco, un po' deve inorgoglire. Douglas segna infatti la linea netta tra passato e presente, spezza in due ciò che è stato il club e lo proietta a ciò che sarà. Thiago Motta è già stato "difeso", con questa scelta e con quest'investimento. Cristiano Giuntoli si è già esposto. 

A chi aveva ancora qualche dubbio, a prescindere da ciò che dirà il campo, una risposta è arrivata: c'è un'idea chiara, c'è una dirigenza forte, c'è la disponibilità economica per fare grandi cose. Per tornare a coltivare immensi sogni. E non c'è più da temere, soprattutto, che un giocatore stia al di sopra dello stemma, che salti tutto per un 'no' e che il mercato torni a essere quelle montagne russe che ci sembravano inevitabili, tra costi residui e prezzi costantemente troppo alti. 

Oggi l'ombra della vecchia Juve è un po' meno ingombrante. Oggi la nuova Juve genera più curiosità. Oggi tutto l'ambiente bianconero esce da una fase di stallo che durava da tanto, troppo tempo. E torna ad avere fiducia nel futuro in maniera pressoché definitiva.



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