Dimenticare Andrea Agnelli è sembrata la prima bandiera, non sventolata, ma “praticata” dalla nuova compagine chiamata a governare la squadra. Dalle ultime notizie, però, la decisione dell' ex presidente della Juve di procedere al TAR, senza adire al patteggiamento con la Procura federale, sembra sempre meno peregrina e sempre meno dettata da un orgoglio cieco. Fatto sta che gli errori della gestione precedente si sono manifestati dapprima nell'allontanamento di Marotta, poi nella promozione di Paratici e in almeno tre anni di mercato più che discutibili.
La prima rivoluzione, quindi, dovrebbe essere culturale ovvero no a megalomanie e sogni pindarici. Smontare del tutto le aspettative gloriose, tagliare i rami secchi e far crescere i buoni giocatori che sono in casa, affiancandoli a pochi innesti di qualità.
La seconda questione è liberare la mente, alleggerire il peso della maglia. Questa storia che “la maglia della Juve pesa” è frutto d'un orgoglio mal riposto. Va sostituita con “la maglia della Juve vola”. La calma, la tranquillità, tanto predicate nelle partite da Allegri, si creano negli allenamenti, nei giorni insieme, non in un derby o in una finale.
Sta a chi ha esperienza, a chi ricopre cariche importanti, sdrammatizzare quello che troppo spesso, alla Juventus, è stato drammatizzato: il blasone deve infondere sicurezza, non paura e dagli sbagli s'impara.