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Dalle stalle alle stelle. Con loro il detto va invertito, perché la parabola di Aaron Ramsey e Adrien Rabiot con il cambio Sarri-Pirlo ha assunto un verso ascendente. Non sempre un calciatore trova la giusta alchimia con un tecnico, cosa che può rappresentare un ostacolo nell’esprimere il proprio potenziale. A dir la verità, questo disguido è successo a tutta la Juve dell’era Sarri. Chi più, chi meno. Aria fresca e nuove ambizioni con l’avvento di Pirlo, che ha ringalluzzito sia il gallese che il francese, anche se l’ex Psg aveva mostrato importanti segnali di crescita al culmine della stagione passata.

RAMSEY IN FORMATO ARSENAL - Entrambi a parametro zero, entrambi provenienti da culture calcistiche differenti, entrambi galleggiano a centrocampo. Ramsey è tornato in formato Arsenal, ovvero quel trequartista intraprendente capace di creare superiorità numerica in fase offensiva, attraverso inserimenti e passaggi clou. Pirlo gli ha cucito addosso idea tattiche che sta interpretando alla perfezione, mostrando anche una predisposizione al ripiego che ne fa un’arma in più nel difendere senza palla.

RABIOT PIÙ CONCRETO - Poco più in giù, nella mediana pura, ecco Rabiot, che ha proseguito il suo stato di forma palesato negli ultimi mesi dello scorso anno. Esclusa la partita no contro la Roma (e a chi non capita una giornata storta), il francese ha sempre risposto in maniera decisa, sfornando dal repertorio dei coast to coast sempre meno sporadici. Si specchia un po’ troppo nella sua bellezza stilistica, ma quest’anno è più concreto e Pirlo se n’è accorto, come il ct della Francia Deschamps che lo ha convocato dopo due anni di assenza. Le gerarchie del centrocampo non sono ancora stabilite, ma in attesa del risveglio di Bentancur e Arthur, i parametri zero Ramsey e Rabiot stanno prendendo una bella rivincita.