Parole chiare, che non lasciano spazio ad interpretazioni, né tanto meno a sconti. Per nessuna, figurarsi per la Juventus, la squadra contro la quale lo stesso istrionico presidente italo americano si è scagliato in occasione dell'incrocio allo Stadium. Così, Commisso rincara la dose: "Come dicono gli americani: l’erba del vicino è sempre più verde. Federico sa cosa è la Fiorentina, chi sono io e i nostri tifosi e dove vogliamo arrivare. Andare altrove può essere un rischio per lui. Io voglio una Fiorentina che sia un punto di partenza e non di arrivo. Questo vale per tutti, non solo per Chiesa". Quindi, tutto dipende dalla forza di volontà.
Quella del giocatore, sicuramente, ma anche e soprattutto quella della Juventus. Infatti, tutto dipenderà dalle scelte tecniche ed economiche di Fabio Paratici, dalle richieste di Maurizio Sarri, ma soprattutto del valore che la stessa società bianconera farà del giocatore: senza possibilità di fare sconti, Chiesa andrà pagato a prezzo pieno, quindi bisognerà valutarne i rischi dell'investimento. La stagione del figlio di Enrico è stata altalenante, ha messo in mostra alcuni segnali di crescita, ma allo stesso tempo ha ancora confermato i limiti di un giocatore borderline tra la promessa incompiuta ed il grande talento. Su tutti, non segna molto. Poi, non è un calciatore associativo, come piace a Sarri: sono fattori indicativi, che valgono la riflessione su quello che potrebbe essere il prezzo finale di Chiesa. Si è parlato, tempo fa, di 70 milioni di clausola rescissoria, in un rinnovo che, però, non è ancora arrivato. Il tempo sarà un alleato importante.