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Come racconta La Stampa, secondo un rapporto dell'Eurispes, uno degli istituti di ricerca più affidabili in Italia, il fenomeno delle infiltrazioni criminali nel mondo dello sport non è nuovo, ma ha raggiunto livelli preoccupanti negli ultimi tempi. 

La crescita esponenziale degli investimenti e dei profitti, legata a ingaggi milionari, sponsorizzazioni miliardarie e alla globalizzazione delle competizioni, ha creato un terreno fertile per attività illecite. Tuttavia, il sistema giuridico non sembra essere adeguatamente attrezzato per affrontare queste sfide.

Questo problema riguarda principalmente lo sport professionistico, ma si estende anche al settore dilettantistico, dove i grandi numeri dei praticanti offrono un'opportunità per i gruppi criminali di penetrare nella società e costruire consenso sociale. Il calcio, in particolare, a causa della sua popolarità, è un bersaglio privilegiato.


Sistema diffuso di arricchimento


Le inchieste giudiziarie degli ultimi decenni hanno evidenziato un sistema diffuso di arricchimento illecito attraverso il controllo di scommesse, partite truccate, riciclaggio di denaro, bagarinaggio e il controllo dei servizi dentro e fuori gli stadi. Questa situazione ha portato la Direzione nazionale antimafia e antiterrorismo a creare un gruppo di magistrati per indagare sulle infiltrazioni criminali nelle società calcistiche e nelle curve.

Le curve degli stadi, infatti, sono da tempo un luogo di infiltrazione per la criminalità organizzata. Luigi Ciotti, con l'associazione Libera, ha denunciato il pericolo che le curve vengano sfruttate per attività come il traffico di stupefacenti, il merchandising illegale, il bagarinaggio e il controllo di attività come parcheggi e venditori ambulanti. La gestione del rapporto con le tifoserie, spesso orientate politicamente, permette ai gruppi criminali di ottenere un consenso sociale che facilita le loro attività illecite.