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Arrigo Sacchi ha rilasciato un'intervista a La Stampa in cui si è soffermato anche sul momento della Juve.

FRENATA - "Non dico me l’aspettassi, ma era possibile che potesse accadere: non vedevo brillantezza, bellezza, innovazione e solo che in Italia, se vinci, sei bravo in ogni modo. Il fatto è che siamo una nazione di tattici, in tutti i settori e non solo in panchina: chi più chi meno, andiamo avanti con le furbate. Allegri è un bravo allenatore tattico, categoria che tende a imporsi punendo l’errore avversario, lo stratega cerca invece il successo attraverso la propria strategia. Per quanto mi riguarda, la vittoria senza merito non è vittoria".

LUCE SPENTA ALL'IMPROVVISO - "Non c’è mai un solo motivo, su ogni crisi incide una somma di componenti: qualche calciatore illuso dai risultati può aver smarrito concentrazione, qualcuno può essersi sentito svuotato davanti alla fuga dell’Inter, qualcuno ha accusato banalmente un calo fisico. S’è persa, probabilmente, quella cattiveria che aveva permesso di sopperire alla mancanza di idee". INESPERIENZA - "La Juventus ha il merito di aver lanciato tanti giovani che hanno portato freschezza e brillantezza. I giovani, però, vanno sempre seguiti: ci mettono poco a sentirsi arrivati".

SCUDETTO - "Il vantaggio è cospicuo, ma nel calcio ne ho viste tante. E le coppe internazionali possono rubare energie".

COSA DEVE RITROVARE LA JUVE - "Motivazioni e spirito di squadra. Il gruppo è fondamentale. Io ho sempre scelto i calciatori per l’affidabilità più che per la bravura. Ci divertivamo e la gente si divertiva. Arrivai con 30.000 abbonamenti, l’anno dopo le richieste erano 75.000. Il calcio è emozione, e non per un minuto ma per 90, il tifoso vuole l’estetica, il dominio, lo stile. E lo stile italiano è stato a lungo, ancora è nonostante i miglioramenti, difendersi e fregare in contropiede".