CAROVANE SPENTE SUL NASCERE - Già i lavori al Picco hanno spostato il teatro della sfida al Manuzzi di Cesena. In più, ora, manco più i “mille” fortunati che fino alla puntata scorsa potevano assistere dal vivo alle partite potranno dire di aver visto la Signora. Un’assenza pesante e non soltanto per i tifosi locali. Cesena sarebbe stata certamente raggiunta e invasa pacificamente da un esercito di appassionati che compongono il tifo juventino della costa tirrenica, delle terre emiliane e della riviera romagnola. Non solo da La Spezia e dall'Emilia-Romagna, ma anche dal confine con la Toscana, tra le Apuane e la Versilia, da Viareggio, andando verso est, passando magari per Pietrasanta, Forte dei Marmi, Massa e Carrara, non sarebbe stato difficile immaginare un lungo serpentone di automobile e di torpedoni corredati da bandiere bianconere in movimento con destinazione il Manuzzi.
DESOLAZIONE - Ad attendere la squadra di Pirlo non ci sarà nessuno e i giocatori juventini, al pari dei loro colleghi liguri, sfileranno per venire inghiottiti dalla coreografia del nulla spettrale. È il calcio al tempo del Covid. Quello ridotto ad una sorta di evento sempre più virtuale che non è in grado di scaldare l’anima come sarebbe il compito che gli spetta. Accade così in tutto il mondo, ma questo non può essere consolante e anzi semmai non fa altro che aumentare il desiderio di un sogno perduto e chissà quando rivisitabile.
TRISTEZZA - La notte passata i bambini sono stati privati di Halloween e del loro piacere di poter scegliere tra scherzetto e dolcetto. Poco male perché, come ha detto De Luca, si tratta di un’americanata imbecille. Oggi pomeriggio i vecchi bambini liguro-toscani-romagnoli del calcio verranno rapinati di un sogno che attendevano da quando erano bimbi veri. Come saranno tristi, oggi, La Spezia e Cesena.