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Luis Enrique ha provato a spiazzare tutti presentandosi a Wembley con Alvaro Morata in panchina. 'Bonucci e Chiellini lo conoscono - avrà pensato - giocano insieme nella Juve'. Così ha deciso di schierare un tridente con Ferran Torres, Oyarzabal e Dani Olmo; nessuno di loro è un centravanti puro, non ci sono punti di riferimento. Così il ct della Spagna voleva ingannare i centrali della Nazionale provando a trovare la chiave tattica della gara.

IMPOSTAZIONE - Niente da fare, quei due mica li superi così facilmente. Leo e Giorgio si conoscono a memoria, uno non ha neanche bisogno di guardare l'altro per sapere dove va. Una vita insieme, 365 giorni l'anno di diagonali, anticipi e mosse tattiche. E così quei tre lì davanti non li hanno spaventati nemmeno un po'. Sempre sicuri, sempre attenti. Bonucci ha dovuto fare anche prendere in mano la squadra in fase offensiva: con Jorginho pressato a uomo da Pedri, tutte le azioni partivano dal difensore della Juve che aveva il compito di impostare.

80' DI PERFEZIONE - Chiellini invece è quello aggressivo, che non ha il piede telecomandato ma che quando ti punta è capace di seguirti fino all'altra parte del campo. Non ti molla. Anche lui non ha sbagliato nulla. O quasi. L'unico 'scherzetto' giel'ha fatto proprio l'amico Alvaro. Tu quoque. Sì, lui. Che pescato da Olmo con un'imbucata precisa ha preso controtempo Chiellini e ha infilato Donnarumma. L'unico errore di Giorgio che forse poteva stare un po' più alto, per gli 80' precedenti è stato perfetto. Luis Enrique pensava di abbattere il muro azzurro-bianconero schierandosi con tre mezze punte e senza punti di riferimento, ma per superare due così serve altro. Molto altro.

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