METRONOMO - Anche ieri l'ex Gremio ha messo ordine a centrocampo smistando palloni da una parte all'altra. Destro o sinistro non fa differenza, la manda sempre dove vuole. Il suo palleggio ha fatto la differenza contro la Samp, massimo tre tocchi e palla a un compagno. Fa girare il pallone senza fretta in attesa dell'imbucata decisiva, con il brasiliano in campo la manovra della Juve è più fluida e Pirlo ci rinuncia sempre meno. E anche il giocatore sta dando risposte positive: cresce partita dopo partita, sbaglia poco e fa sempre la cosa giusta.
LO SCAMBIO - Ci si accorge di lui più quando non c'è che quando è in campo. Fondamentale nel dare i ritmi alla squadra e nel verticalizzare il gioco, l'allenatore potrebbe aver finalmente trovato quel regista che tanto aveva chiesto dal suo arrivo. E pensare che quando in estate è arrivato dal Barcellona c'era chi storceva il naso: qualcuno dispiaciuto per l'addio di Pjanic, altri poco convinti dell'inserimento del brasiliano. Lui? In silenzio. Testa bassa e pedalare. Da professionista. A parlare ci pensa il campo: 20 presenze in bianconero e una crescita costante, a differenza dell'ex Miralem che sta facendo fatica ad emergere nel centrocampo del Barça. Arthur invece dopo un primo periodo d'ambientamento è diventato un giocatore importante nella manovra di Pirlo, gestisce i tempi e tiene l'equilibrio. Come se fosse alla Juventus da una vita. Per informazioni, chiedere a Bentancur.