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Come racconta Gazzetta, Fagioli è finito sotto i riflettori della squadra mobile nella primavera scorsa, a seguito di un incontro anomalo con una persona tenuta d’occhio dalle forze dell’ordine. Gli inquirenti, che su mandato della Procura di Torino facevano già approfondimenti su un giro di scommesse illecite su un banco non autorizzato, pensarono in un primo momento che si potesse trattare di un’estorsione nei confronti del giocatore. Ma arrivarono presto al lato oscuro di Nicolò, scommettitore come altri in quelle piattaforme illegali. Col mandato di sequestro dei suoi dispositivi elettronici, il pm Manuela Pedrotta era convinta potesse giungere a qualche altra verità sulla rete degli scommettitori: in effetti Fagioli chattava apertamente su alcune puntate, insieme ad altri colleghi e amici che condividevano il suo stesso vizio inteso solo come uno svago.