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L'ultima volta che Chiesa, Di Maria più un centravanti giocavano insieme dal primo minuto era la gara di andata contro il Nantes, anche se in quel caso l'esterno italiano ricopriva una posizione più arretrata rispetto a questa sera, dove la Juve aveva in campo un vero e proprio tridente. Come in quel caso però, gli effetti positivi di tutto questo potenziale offensivo sono durati solamente 20 minuti. Qualche transizione con Di Maria e Chiesa protagonisti aveva illuso la Juve prima che poi la verità arrivasse a bussare, una dura verità.

Questa squadra non può giocare con i tre attaccanti, o meglio, con solo due centrocampisti. Non in senso assoluto magari, ma in questa Juve di Massimiliano Allegri sicuramente. L'incapacità di tenere le giuste distanze tra i reparti non solo ha effetti negativi sulla solidità della squadra ma non permette neanche una produzione offensiva da giustificare quel tridente stellare. Tutto ciò poteva costare caro con lo Sporting. Alcuni miracoli difensivi e un pizzico di fortuna hanno salvato i bianconeri, ma guai a cascare nuovamente in questo errore. 

Lo sa bene Massimiliano Allegri che l'esperimento non è funzionato. Nonostante i pericoli nel finale, la Juve ha ritrovato ordine e le sue certezze con l'ingresso di Fagioli e il ritorno al centrocampo a tre. Mai più quindi Di Maria, Chiesa e un centravanti in campo dall'inizio? "Magari domenica li ripropongo togliendo un difensore", ha detto Allegri nel post partita. Quindi una "bocciatura" a metà. I tre attaccanti si potranno rivedere insieme, ma non così, non con solo Locatelli e Rabiot in mezzo al campo. Locatelli che è sembrato tra tutti, quello soffrire maggiormente il cambio di modulo. Così come gli stessi Cuadrado e Kostic, sembrati spaesati di trovarsi compagni davanti e meno spazio del solito. Un motivo (anzi tre) in più, per tornare alle certezze.