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La Juventus non è migliorata: in cosa l'ambiente si aspettava di più da Thiago Motta
Si è parlato delle parole di Thiago in questi mesi, si è parlato ovviamente dei risultati, al centro di tutto, soprattutto se ti chiami Juventus, si è parlato della gestione dello spogliatoio, fondamentale in un grande club. Ma non si può non sottolineare l'aspetto di campo, quello in cui alla fine, in questi mesi, l'allenatore e la squadra hanno probabilmente deluso di più. Ecco, perché contro l'Atalanta c'è stata una vera e propria lezione di calcio sotto ogni punto di vista. E' emersa proprio la differenza tra una squadra che sapeva dove stare e cosa fare, come affrontare ogni singola situazione in campo. Non c'è stata solo "tattica" nella disfatta bianconera, ma neanche tutto può essere riportato all'ambiente attorno e alla situazione generale che vive la squadra.
La Juventus non è cresciuta: dove Thiago Motta ha deluso di più
Nella presentazione che la Juventus ha scelto per dare il benvenuto a Thiago Motta il focus è stato chiaro. "Il pallone al centro di tutto". E questo fa capire come le aspettative che tutto l'ambiente, società compresa, aveva sul tecnico, erano prima di ogni cosa su ciò che riguardava il campo e il calcio giocato. Si potevano comprendere se fossero mancati grandi risultati nella prima stagione a Torino, con tante competizioni e una squadra rivoluzionata. Si potevano capire gli errori comunicativi di un allenatore che si ha fatto parte di grandi spogliatoi ma era comunque alla prima esperienza sulla panchina di una big. Ciò che era legittimo attendersi invece era vedere una Juventus che piano piano cresceva, che migliorava, che mostrava la bontà del lavoro. Ed è qui che Thiago Motta ha deluso di più.
La Juventus non è cresciuta da agosto a marzo; non lo ha fatto sotto nessun aspetto. Che sarebbe servito un po' di tempo era plausibile con una rosa così profondamente cambiata e giocatori importanti arrivati a fine estate come Koopmeiners, Nico Gonzalez e Conceicao. E infatti, le difficoltà ad inizio stagione nel creare, nel segnare e in generale nel riuscire ad avere un certo tipo di fluidità erano prevedibili. Il problema però, è che di fatto, partita dopo partita la situazione non è cambiata, anzi. I tanti problemi fisici e le assenze nella prima parte hanno condizionato. Un "ritardo" quindi si poteva anche capire. Ma adesso si è giocato oltre tre quarti di stagione. E tutto ciò che ci si aspettava non si è visto.
I passi indietro della Juventus
Non solo non c'è stata una crescita della squadra, ma anzi, la Juve di Thiago ha perso identità con il passare dei mesi, non capendo più probabilmente quale direzione intraprendere. E' una squadra che non si contraddistingue per il pressing se non in alcuni piccoli momenti. E' una squadra che non ha più quell'equilibrio mostrato ad inizio stagione. E' una squadra che ancora oggi, si dimostra sterile nel palleggio, proprio come all'inizio, quando però almeno c'era Bremer e se andava male, la Juve pareggiava 0-0. Per non parlare dei singoli giocatori, la cui gestione non li ha aiutati. Cambi di ruoli, poche certezze, e in generale quasi nessuno valorizzato.
Nelle valutazioni finali, tutto ciò peserà. Perché rispetto alle passate stagioni, era lì dove si cercava la svolta. E non c'è stata.
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