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Essere esigenti con chi è un grado di dare di più è pienamente legittimo. Mostrarsi incontentabili anche quando le cose vanno bene persino oltremisura non è affatto normale. Sotto questo aspetto la Juventus che infila nel suo personale rosario i grani di un record dietro l’altro può con diritto rivendicare una certa mancanza di rispetto da parte di una sua certa tifoseria brontolona e mai sazia. Come dire che il principale nemico, perlomeno a livello psicologico, i bianconeri oggi lo hanno in casa.

Un fantasma da esorcizzare immediatamente per evitare che provochi danni e che a livello mediatico possa innestare una sorta di odiosa “catena di Sant’Antonio” finalizzata a destabilizzare i delicati equilibri che stanno consentendo ad Allegri e ai suoi ragazzi ciò che di più non ci si potrebbe aspettare da loro. I successi in campionato e il cammino fin qui percorso in Europa dovrebbero partorire sentimenti di orgoglio, oltreché di gioia. Invece, paradossalmente, esiste una parte di critica la quale trova il modo di criticare sostenendo che la squadra bianconera non fa abbastanza per divertire oltreché per vincere.

E’ una storia piuttosto antica quella che racconta del rapporto sempre un po’ troppo problematico tra la Juventus e il suo pubblico. La “colpa”, se vogliano definirla così, è della stessa Signora la quale con i suoi trionfi, specialmente italiani, ha allevato la propria gente a burro e marmellata consegnati a domicilio quasi come se si trattasse di un atto dovuto. Ciò ha provocato fatalmente una sottile ma profonda assuefazione ai successi e una inclinazione irreversibile a sentirsi sempre e comunque i primi della classe.

Un atteggiamento ingiusto anche se comprensibile per coloro che abituati a pasteggiare con caviale e champagne si stupiscono se alla mensa trovano, un giorno, una buona e sana zuppa di fagioli come soltanto la nonna sapeva cucinare. Il fatto, clamoroso, è che sul tavolo della Juventus attuale vengono imbandite leccornie di ogni tipo ma che, malgrado ciò, qualcuno trovi da ridire egualmente. Forse è vero, come è accaduto anche nel corso di questa stagione, che la Juventus si è abbandonata a qualche piccola distrazione e che sotto il profilo dello spettacolo uro ha lasciato a desiderare. Ma se così non fosse stato ci troveremmo a dover parlare di una squadra talmente perfetta al punto da non essere umana e, quindi, assemblata in laboratorio. La perfezione, invece, non è di questo mondo. E a noi piace proprio tanto questa Juventus “imperfetta” ma vincente. Forse si arriverà, un giorno, al calcio dei robot che non sbagliano mai. Ma per fortuna noi non ci saremo.

@matattachia