Cos'è, allora, la Juve? Quella che dalla pancia di San Siro va via soddisfatta, perché nel burrone e poi salvata da un ragazzo che sarà presto imprescindibile? Quella della baraonda di fine primo tempo e inizio ripresa? Non si sa. Nessuno lo sa. Nemmeno Thiago: ragiona di "partita in partita" perché i punti di riferimento restano veramente pochi. E di sicuro ne vorrebbe qualcuno in più.
Leghiamoci poi pure ai numeri: nove partite da imbattuti, dalla fase difensiva formidabile piovono quattro gol subiti, da quella offensiva così sterile arrivano altrettante reti. E' tutto ed è niente. Ed è bellissimo e pure orribile. E' la gioventù che si è impossessata di questa squadra, mostrando in maniera feroce i due lati della medaglia, dai quali non si può non partire per analizzare il contesto.
Motta sta scalando una montagna e gli infortunati hanno oggettivamente seminato bufera. Danilo ha peggiorato le cose. Ma nessuno molla, e tutti vogliono vedere cosa ci sarà al di là di queste difficoltà, quando col bel tempo capiremo cosa si troverà sulla cima. Se non c'è fiducia in una squadra nuova, che va a San Siro con una sfacciataggine poche volte vista prima, allora questo non è il carro che fa per voi.