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18 agosto: la data è segnata in rosso sul calendario. Mancano 6 giorni alla prima gara ufficiale della Juventus Women, il debutto in Champions League contro il Kamenica Sasa. Dopo Birkirkara, Servette, Montpellier, Barcellona e, infine, Pomigliano, partita persa con il risultato di 3 a 1 – questa la lista delle amichevoli precampionato – è tempo di fare un primo bilancio, seppur parziale perché sempre di calcio estivo si tratta. Il dato principale, ad oggi, è che la Juventus Women è una squadra squilibrata, troppo vulnerabile di fronte alle transizioni offensive avversarie. Le bianconere scendono in campo per dominare il gioco, facendo possesso e riversandosi con diversi elementi in attacco. Quando la Juve sale palla al piede, sono 4 o 5 le calciatrici che si alzano per giocare sulla linea dei difensori avversari. Quando, però, l’imbucata in avanti non riesce e c’è l’intercetto avversario, oppure si attraversa un momento difficile del match dal punto di vista fisico, la linea difensiva rimane troppo esposta al contropiede.

BILANCIO - Tutto da buttare? No, ci mancherebbe. Le idee di Montemurro in campo si vedono: non un modulo fisso, ma il calcio fluido, l’occupazione dello spazio, un’interpretazione moderna del gioco del calcio. A tratti, si intravede quello che è uno dei principi di questo nuovo ciclo: il bel calcio, quello capace di attrarre chi ancora non si è avvicinato al calcio femminile. Troppo poco, però, per uscire dal ciclo di amichevoli con soddisfazione. A sei giorni dal primo impegno ufficiale, la Juventus Women di Montemurro è ancora un cantiere aperto, di quelli dove è possibile intravedere le fondamenta. A disposizione 6 giorni di lavoro, per aggiustare quello che non va, proseguire il percorso europeo e darsi tempo per completare i lavori in corso.