8
I tre punti conquistati dalla Juventus contro il Lecce, e che arrivano dopo la disfatta di Reggio Emilia, sono la vera nota positiva della serata di ieri. Certo, sono tre punti, bottino pieno: non è poco. La prestazione dei bianconeri, però, lascia più di qualche dubbio su quello che può essere il futuro di Madama.
 
La Juventus vince, ma lo fa in retromarcia. Quanti passi indietro rispetto alla prima ad Udine, rispetto ad alcune cose interessanti e funzionali viste in questa prima parte di stagione. Alzi la mano chi, dopo il primo tempo, non ha pensato: siamo alle solite, è la stessa Juventus dello scorso anno.
 
Una Juventus che ha attirato su di sé i fischi dello Stadium. Anche da questo punto di vista, un passo indietro: contro la Lazio solo un’illusione, l’ambiente resta freddo e distaccato, oltremodo polemico e di poco sostegno. I problemi con la Curva Sud sono tutt’altro che risolti e questo non è solo un dettaglio.
 
Ma i passi indietro si sono visti da ogni punto di vista. Come il pallone che viaggia sempre, o quasi, all’indietro. Allegri si sbraccia e lamenta questa cosa ai microfoni, ma la sua squadra non riesce a verticalizzare e guardare avanti. Non riesce a cambiare ritmo, quella di quest’anno dovrebbe essere la Juve della corsa, del ritmo alto, dell’entusiasmo: niente di tutto ciò. Anche la carica emotiva è sembrata in larga parte svanita per lasciare spazio a sbracciate e teste basse. Meglio, decisamente meglio, dopo il gol: segno di quanto abbia influito l'aspetto mentale e le scorie post Reggio Emilia. Un barlume di speranza.
 
Da molti punti di vista un passo indietro, tranne che per il risultato. Certo, lo ripetiamo, non è banale e vincere resta l’unica cosa che conta. Ma…