Juve, cambio modulo in vista? L’abitudine di Allegri
Partiamo proprio da Massimiliano Allegri. È sempre lo stesso, se parliamo di piani di gioco, modo di intendere il calcio e le partite, le richieste ai suoi calciatori. Attenzione massima alla fase difensiva, muscoli in mezzo al campo e giocate dei singoli a far la differenza. Non si può certo dire, però, che il tecnico livornese sia uno di quegli allenatori che si portano dietro, appiccicata, l’etichetta di un modulo che li accompagna per tutta la carriera o quasi. Anzi, l’abitudine di Allegri è stata quella di iniziare la stagione con un modulo per poi terminare con un altro. Uno degli esempi più celebri, in questo senso, fu il tridente con Mandzukic a fare l’ala a sinistra. Un’intuizione che si rivelò vincente ma, soprattutto, sostenibile.
La Juve cambia modulo? Quegli indizi tra Vinovo e mercato
Spesso, per guardare al futuro della Prima squadra bisogna distogliere lo sguardo dalla Continassa per volgerlo a Vinovo, casa del settore giovanile. Questo non solo per scovare i talenti futuri che possono ripercorrere la strada dei vari Yildiz, Nonge e Huijsen, ma anche per quel che riguarda il modulo. Per esempio, a metà della passata stagione la Juventus Next Gen passò al 3-5-2 fotocopia della prima squadra. Insomma, la parola d’ordine è continuità tattica tra le diverse squadre.
E allora facciamo un ulteriore passo indietro. In questa stagione, dalla prima partita, l’Under 19 di Paolo Montero ha ripreso la difesa a tre, ma il modulo di partenza è il 3-4-2-1 e non il 3-5-2. Con i tre riferimenti offensivi che sono molto mobili durante il match, cambiando di continuo le posizioni sia durante le fasi offensive che in quelle difensive. Passo in avanti, la Next Gen. Arriverà Luigi Cherubini che è un’ala offensiva, molto probabilmente resterà a Vinovo anche Sekulov – che termina il suo prestito alla Cremonese -, altra ala offensiva. Insomma, anche la Next Gen potrebbe schierarsi con un 3-4-2-1 sfruttando così le tante seconde punte/ali offensive che mister Brambilla ha a disposizione in rosa.
Potrebbe essere una finestra sul futuro della Prima squadra? Perché no. Lasciare fuori questo Yildiz diventa difficile, farlo giocare con Chiesa e Vlahovic una tentazione troppo forte e per questo il 3-4-2-1 può diventare una soluzione. A tutto questo si aggiungono le mosse di mercato. Via una prima punta come Moise Kean, mentre si ricerca un calciatore offensivo che possa partire qualche metro più dietro, da Berardi, passando per Sudakov e Bernardeschi. Una suggestione sempre più forte se si guarda agli indizi, ma in ogni caso la parola d’ordine resta la stessa: sostenibilità. Va bene schierare tre riferimenti offensivi, ma senza sacrificio e senza lavoro difensivo per Allegri non può funzionare.