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Sarebbe troppo semplice e semplicistico affermare che la Juve debba ripartire dall’ultima parte del match contro la Lazio. Certo, prestazione sicuramente migliore rispetto a quanto visto nei minuti prima, ma il problema è più profondo ed è un copione che, nel corso della stagione, si è riproposto più e più volte.
 
Questa Juventus si appoggia all’avversaria, ne assorbe ritmi e cadenza, senza mai andare in assolo. Anzi, qualcosa di proprio si vede solo nel momento in cui i bianconeri prendono uno schiaffo, allora entrano in gioco e nervi e la reazione c’è. Sì, perché tutto si può dire ma questa squadra non difetta per atteggiamento, per la volontà di dare tutto: soprattutto in un momento in cui lo spogliatoio si è compattato contro il ciclone che si è scatenato all’esterno.
 
Ma a volte non basta e a volte la coperta si riscopre essere corta. Soprattutto quando mancano gli spunti di chi dovrebbe fare la differenza: quando Kostic è in affanno, quando Di Maria non è in versione miglior giocatore della Serie A, quando Vlahovic… beh, continua ad essere il Vlahovic di questi ultimi mesi.
 
Non basta. Lo abbiamo detto in occasione di alcune vittorie e lo ripetiamo questa sera che la Juventus ha perso. Aspettarsi qualcosa di diverso, in questi ultimi mesi, però, appare utopia. Si continuerà a vivere sui nervi, sulle montagne russe: un finale di stagione per stomaci forti.