commenta
La Juventus ha una rosa estremamente folta, ma con una grande defezione di cui si parla da inizio stagione: i terzini. Si tratta di un problema comune in tutta Europa, in quel ruolo i veri talenti non si sprecano e sono sempre i primi a rischiare di essere cambiati alla fine di ogni stagione. Così, una volta che ne trovi almeno uno affidabile, riponi su di lui un carico di aspettative tali che non ti preoccupi quasi che le cose possano andare male. Che il giocatore, insomma, rischi di infortunarsi. Al solito Alex Sandro, la Juventus di quest'anno ha scelto di "affiancare" sul lato opposto Juan Cuadrado: un ex terzino, che tale è tornato con ottimi risultati, ma sui quali non si poteva fare affidamento a scatola chiusa. Una scommessa vinta, da Sarri e dalla dirigenza, ma che non mette comunque nell'angolo il problema numerico nel ruolo. 

Infatti, entrambi non sono in splendida forma. Per il brasiliano, gli acciacchi della partita con il Parma potrebbero pesare, a prescindere dalla frattura scongiurata ieri dagli esami al J Medical. Il secondo, invece, influenzato è stato tenuto precauzionalmente a riposo nell'allenamento di ieri. Oggi, alla vigilia della sfida contro la Roma, il recupero di entrambi potrebbe essere fondamentale per capire lo scacchiere con cui Sarri sceglierà di scendere in campo. Premettendo un turnover più flessibile nelle partite di Coppa Italia, il tecnico si ritrova contro una Roma temibile e con il rischio di giocare senza i terzini titolari. I ricambi, al momento, non hanno dato particolari garanzie: Danilo e De Sciglio, infatti, sembrano lontani dalla condizione di Alex Sandro e Cuadrado,oltreché rappresentare - specialmente a sinistra - due nomi di comodo. Nessuno, infatti, è mancino naturale come Alex Sandro. 

Così, in una stagione che sembra studiata scientificamente per essere stata quella del cambiamento, un vuoto è comunque rimasto. Un vuoto che non ha ancora fatto danni alla Juventus, ma che più si avvicinano le partite che contano per davvero, più potrebbe aggravarsi. Non c'è pessimismo, ma solo la constatazione di una coperta troppo corta.