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Una firma che fa felici tutti: Fabio Miretti ha rinnovato il suo contratto con la Juventus fino al 2026. Da una parte, il club bianconero dimostra di puntare forte sul centrocampista classe 2003, ma questa non è nient’altro che la naturale conseguenza delle prestazioni e dell’abnegazione mostrata dal calciatore durante la lunga trafila nel settore giovanile: "È come sentirsi ripagati di tutto quello che hai fatto in questi anni – dice Miretti a Juventus Tv -. La voglia di fare, di migliorarsi, l'entusiasmo... Ma in ogni singolo allenamento, perchè non basta farsi vedere bene in partita e poi scordarsi di tutto in settimana". C’è soddisfazione anche dal lato del calciatore, che la maglia bianconera la indossa e la porta dentro di sé. Poco più che bambino, Toro e Juve bussarono alla sua porta, e la scelta fu di cuore: provare a costruire la propria storia nella Vecchia Signora.

SETTORE GIOVANILE - Un percorso lungo e faticoso, ma che ha contribuito a costruire ricordi indelebili: "Avrò avuto 10 o 11 anni, avevamo fatto un torneo a Nantes, in Francia. Arriviamo in finale contro il Liverpool, mi ricordo che c'era tutto il campo completamente circondato di persone, la tribuna piena, almeno due o tremila persone. Questo torneo è uno dei ricordi più belli che ho delle giovanili con la Juve. Quando sei piccolo e inizi a girare, ad abituarti a stare lontano dai tuoi genitori per qualche giorno, è una cosa che ti serve, ti aiuta a crescere. Poi confrontarsi fin da piccolo con squadre di livello internazionale è una cosa che non tutti hanno la possibilità di fare. Quando sei bambino non pensi se tra dieci anni sarai ancora qui, vivi il presente... Poi man mano che vai avanti negli anni vedi sempre meno gente nel gruppo, i ragazzi diminuiscono e poi se riesci ad arrivare a questo punto è sicuramente un motivo di orgoglio: è uno degli obiettivi che ti poni da piccolo".

UNDER 23 - Nella passata stagione, Fabio Miretti è stato uno dei protagonisti della squadra Primavera guidata da Andrea Bonatti. Un anno dopo, il salto in Under 23 e la responsabilità della fascia da capitano: “Essere il più giovane della squadra ad averla indossata ti responsabilizza. Da bambino sono stato capitano per tanti anni, ma lì la cosa è un po' più relativa... Mi ricordo che i miei mister mi avevano premiato per l'attitudine che avevo già da piccolo nell'allenarmi, nell'essere sempre concentrato. Si vede che la squadra e la società ti vedono come un punto di riferimento, ed è motivo di grande orgoglio. L'Under 23 è molto importante, ti permette di misurarti nel calcio dei grandi e di avere a disposizione qualsiasi cosa per migliorarti, centri sportivi all'avanguardia, tutto è lì per te, per aiutarti. La Juve è una famiglia, venire qui tutti i giorni al campo, allenarsi, stare con i compagni... Vinovo la definirei quasi una casa”

FUTURO - Una stagione, fin qui, piena di soddisfazioni, quella di Fabio Miretti che a dicembre ha debuttato in prima squadra, in Champions League, giocando una manciata di minuti contro il Malmo. E adesso? L’obiettivo, per questa seconda parte della stagione, è continuare il percorso di maturazione all’interno della rosa della Juventus Under 23, dando continuità agli allenamenti e alle comparsate con il gruppo di Massimiliano Allegri. Per il tipo di cammino intrapreso e per la posizione in campo, spesso Miretti è stato paragonato a Claudio Marchisio. L’intenzione, però, è quella di scrivere su un foglio bianco la propria storia con il bianconero addosso, smarcandosi da paragoni arditi e pressioni. Dopo la fine della stagione, invece, il percorso sembra essere tracciato e ricalca le orme di altri calciatori che hanno impressionato sui campi di Vinovo e tra le mura del Moccagatta di Alessandria. L’ipotesi più probabile, infatti, è quella di proseguire il percorso di crescita alzando ancora l’asticella e provando a mettersi in mostra in un campionato più impegnativo, come potrebbe essere quello di Serie B. Un’ipotesi già valutata e che non incontrerebbe alcun tipo di ostruzionismo. In ogni caso, la Juventus ne è cosciente: in casa ha un giovane calciatore che conosce bene il significato di vestire la casacca bianconera, e anche in caso di trasferimento temporaneo, la porterebbe dentro con sé, anche se non visibile ai più.