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La parata di Senko, il rigore decisivo dell’ex Strijdonck. Due highlights della vittoria della Juventus Primavera contro l’Az Alkmaar, agli ottavi di finale di Youth League: la Champions League delle Under 19. Due highlights che permettono alla squadra di mister Andrea Bonatti di entrare nella storia della Vecchia Signora: prima di loro, nessuna squadra Under 19 bianconera era riuscita a superare lo scoglio degli ottavi. Non solo, con i 16 punti conquistati nel girone, un altro record assoluto nella storia del club, nessuno aveva fatto di più.
 
Sembra banale dirlo, ma occorre rimarcarlo: certi risultati non arrivano certo per caso. Sono figli di una filosofia, societaria e di gioco. Filosofia societaria che mette davanti la crescita dei giovani, rispetto al risultato sportivo. Un retroscena: a gennaio allenatore e club hanno deciso di comune accordo di non operare sul mercato, nonostante il momento di difficoltà dovuto ai tanti infortuni e ai diversi impegni ravvicinati. Il motivo? Continuare a puntare sui calciatori in rosa, andando a pescare, nel momento del bisogno, dall’Under 17. Una maniera di pensare e lavorare che ha favorita il fiorire di talenti che si stanno ritagliando il loro spazio in Prima squadra, 3 nomi su tutti: De Winter, Soulé e Miretti.
 
Passiamo al gioco. La mano di Andrea Bonatti c’è e si vede, ed è di impronta europea. Un gioco propositivo, con dettami chiari e assimilati dalla squadra. Costruzione dal basso, per superare la linea di pressing e scatenare le frecce davanti quando gli spazi si aprono. Pressing furioso, per riconquistare palla e ribaltare l’azione. In tutto questo, una cura particolare alla pulizia tecnica, al primato del collettivo sul singolo.
 
Da casa Juve, il dettame resta quello di non dare importanza ai risultati. Certo, la crescita dei ragazzi è la cosa fondamentale; ma di fronte a quanto sta facendo la squadra di Bonatti in Europa, non si può rimanere indifferenti. Perché è un pezzo di storia della Juventus, è la linea verde che, a spinta, reclama il suo spazio.