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Il giorno dopo la fragorosa e grave sconfitta contro il Milan, tre uomini non qualsiasi legati alla Juve sono andati a Maranello, nella sede della Ferrari: John Elkann, il capo di tutto; Andrea Agnelli, il presidente del club bianconero; Cristiano Ronaldo, il calciatore più bravo, importante e pagato. Una visita di piacere, durante la quale il calciatore ha acquistato un souvenir da portare a casa: una Ferrari Monza da un milione e 600 mila euro.

Il problema non è la quantità di i soldi spesi da Ronaldo, che in carriera ne ha guadagnati tanti e ha il diritto di utilizzarli per comprare ciò che vuole. Il problema - serio - riguarda il fatto che, nel momento di maggiore difficoltà negli ultimi dieci anni, il portoghese abbia abbandonato la Juve e saltato l’allenamento per andare a Maranello. Un segnale di menefreghismo assoluto; una mancanza di rispetto anche nei confronti dei compagni i quali (raccontano non a caso le cronache di queste ore) lo sopportano a fatica. Se vuoi essere il leader non devi solo segnare valanghe di gol ma anche avere senso di responsabilità e dare l’esempio. Non poteva comprarsi la Ferrari in un altro giorno o in un altro momento? Attenzione, però: Ronaldo a Maranello non era solo. A fargli da ciceroni c’erano Elkann e Agnelli. I quali, con la loro sola presenza, hanno autorizzato e anzi avallato il viaggio modenese di Cristiano. Può una società, attraverso i suoi due rappresentanti principali, portare via il calciatore simbolo mentre tutto sta crollando, allontanandolo dalla squadra a due giorni da una partita fondamentale come quella contro il Sassuolo? Un esempio di cattiva gestione del club, anche per gli equilibri interni, che lascia stupefatti. E ci lascia con una domanda: si è comportato peggio Ronaldo scappando dalla Juve e dai compagni, oppure Elkann e Agnelli che lo hanno scortato a Maranello?

@steagresti