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 "Quanta fatica a segnare", questo il tormentone che settimana dopo settimana si ripete in casa Juve. I numeri dell'attacco (e degli attaccanti) è sempre più preoccupante. La partita di ieri segna un nuovo record negativo; non accadeva infatti dal novembre del 2012 che i bianconeri non segnassero per due gare consecutive di campionato. Un andamento su cui sarebbe stato necessario fare delle riflessioni anche se il gol di Di Maria fosse stato convalidato o la palla di Chiesa fosse rimasta dentro per pochi millimetri. La Juve fa una grande, enorme fatica a segnare. 

SOLO JUAN SU AZIONE - E per "fortuna" di Allegri ci sono i calci piazzati, che la Juve ha il merito di saper sfruttare al meglio. Senza quelli, nelle ultime 6 partite i bianconeri hanno realizzato un solo gol (in Coppa Italia grazie a Cuadrado). In totale, sono 4; gli altri tre tutti su palla inattiva (Gatti e due volte Rabiot). In ogni caso un numero troppo basso ma che a parte rare eccezioni, è coerente con l'andamento complessivo da quando è tornato il tecnico livornese a Torino. E se questi dati sono significativi, ancora di più lo sono quelli degli attaccanti.

KEAN E IL VUOTO - Nelle ultime 8 partite di Serie A, la Juve ha trovato solo un gol con i suoi attaccanti. E a realizzarlo è l'unico che al momento non è a disposizione e che comunque è  più dietro di tutti nelle gerarchie, Moise Kean. C'è bisogno di lui per sbloccare questo lungo digiuno? La risposta è no, perché quando hai a disposizione Vlahovic, Milik, Di Maria e Chiesa, in teoria hai tutto ciò che ti serve per poter fare di più. Allegri li sta utilizzando tutti, li cambia gara dopo gara passando anche dall'attacco a due al tridente senza però risvolti positivi. L'attacco complessivo è preoccupante, il rendimento dei singoli attaccanti ancora di più. Causa e conseguenza o conseguenza e causa, il risultato non cambia.