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Con tutta la stima per Andrea Agnelli e per ciò che ha fatto in questo fantastico decennio per la Juventus, la nostra linea dopo il colpo di teatro SuperLega di settimana scorsa è stata scettica fin da subito. Una perplessità che trova un assist a porta vuota dalla partita appena pareggiata per 1-1 dalla Juve sul campo della Fiorentina. Uno specchio di cosa sia stata per tutta la stagione la squadra di Andrea Pirlo. Un potenziale non del tutto espresso, sprazzi di gioco e di qualità, che però hanno faticato a trovare forma e identità coerenti. Il gol di Morata e un buon filtro solo a tratti, a dover far da contraltare alle difficoltà di aggirare col gioco le linee serrate disposte da Iachini. E alla goffaggine dell'intervento da rigore di Rabiot, all'interno di una prestazione che ha saputo anche fornire buone folate.

Ecco cos'è la Juve, una squadra che non riesce mai a dare il 100% di ciò che potrebbe. E che avrà adesso 5 partite, anzi 6 considerando la finale di Coppa Italia, per dimostrare di meritarsi di stare in Champions League anche l'anno prossimo. Altro che SuperLega per diritto divino.